Andrea Bossi, dai Compro oro alle macchinette: le mosse «sconclusionate» dei killer dopo l'omicidio

«Diabolici», «menefreghisti» e anche «sconclusionati»: il ritratto dei due ragazzi

Omicidio Andrea Bossi, dai Compro oro alle macchinette: le mosse «sconclusionate» dei killer dopo l'assassinio
Si sono fatti arrestare senza reagire Douglas Carolo e Michele Caglioni, i due ragazzi di venti e ventun'anni che lo scorso 26 gennaio a Cairate (Varese) hanno accoltellato...

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Si sono fatti arrestare senza reagire Douglas Carolo e Michele Caglioni, i due ragazzi di venti e ventun'anni che lo scorso 26 gennaio a Cairate (Varese) hanno accoltellato alla giugulare il loro amico Andrea Bossi, lasciandolo agonizzante mentre loro si andavano a giocare i soldi della refurtiva. Una coppia "diabolica" ma allo stesso tempo "sconclusionata", che dopo aver commesso il terribile delitto ha continuato la vita di sempre, senza fuggire, senza scappare, senza nemmeno provare a difendersi.

Omicidio Andrea Bossi, ucciso con una coltellata al collo per rubargli soldi e gioielli: arrestati due ventenni

La vita "normale" dopo l'omicidio

Non è cambiato nulla nelle vite di Douglas Carolo e Michele Caglioni. A un mese dal terribile omicidio di Andrea Bossi, la coppia di amici ha continuato la propria esistenza tra bar, aperitivi, colazioni e giocate alle macchinette del bar come se nulla fosse. Un'indifferenza, questa, che ha caratterizzato anche il momento del loro arresto, quando lo scorso 28 febbraio i due si sono fatti prendere senza reagire, senza piangere e senza dire nulla. Da quel 26 gennaio, quando hanno ucciso con una coltellata alla giugulare il loro amico Andrea Bossi, la loro vita non è cambiata di una virgola, così come il loro atteggiamento. 

Un atteggiamento che i due si portano avanti da una vita, senza voglia di lavorare, senza fatica, ma sempre insieme. Una coppia «diabolica», come la definisce il Corriere della Sera, ma anche «sconclusionata». Senza un piano, senza una difesa, i due hanno affrontato l'arresto senza provare a dire o fare qualcosa, con quell'atteggiamento «menefreghista» che li aveva sempre caratterizzati. Al punto che hanno fatto finta di niente anche dopo l'omicidio del loro amico: dopo aver prelevato al bancomat con le tessere di Andrea Bossi, i due si sono tenuti anche uno dei due cellulari della vittima, per poi vagare al Compro oro per cercare di vendere parte della refurtiva e giocare alle macchinette del bar.

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Il Gazzettino