Era stato condannato dal Tribunale dei Minori di Ancona a pagare quasi cento mila euro di spese di mantenimento per un figlio che aveva scoperto di avere dodici anni dopo la...
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Pensando si trattasse di una manovra subdola, il 40enne si è sottoposto ad un accertamento genetico. Esame che, per i difensori, non avrebbe mai effettuato se fosse stato informato della gestazione a tempo debito. Nessuna sorpresa: il suo dna corrispondeva a quello del piccolo. E così, la scoperta di essere padre a dodici anni di distanza dalla nascita del piccolo, a causa - sostiene la difesa - della scelta "omertosa" intrapresa della madre del minore. Per l'ingegnere, la sorpresa è poi continuata davanti ai giudici minorili. In giudizio, ha cercato di dimostrare la non consapevolezza della sua paternità e il buco nero vissuto nel periodo tra il 2010 e il 2012.
Nonostante questo, il primo round a favore dell'ex compagna con il verdetto che ha decretato il versamento di un assegno mensile di 500 euro e di migliaia di euro come contributo al pregresso mantenimento del bimbo. Somma, ha sostenuto la difesa durante il ricorso, che non sarebbe affatto compatibile con la disponibilità economica del professionista, coniugato e padre di altri due figli piccoli. E proprio per questo, il collegio ha stabilito la cifra di 200 euro mensili per un totale di 30 mila euro. Tramite il suo avvocato Roberto Marini, la donna ha sempre sostenuto di aver avvisato il 40enne della paternità al moneto della nascita del figlio. Lui, però, non ne avrebbe voluto sapere nulla.
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Il Gazzettino