Non c’è stato nulla da fare per una donna di Anagni punta da un calabrone. Nonostante la corsa in ospedale è morta per uno shock anafilattico. L’episodio...
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Sul caso sono in corso accertamenti, ma intanto infiamma la polemica sull’ospedale cittadino dove nei giorni scorsi è stato chiuso il Punto di primo intervento sostituito con un presidio ambulatoriale che però non è adeguato per gestire questo tipo di emergenze. Come precisa in una nota stampa la Asl di Frosinone: «Quello di Anagni da anni non è più un ospedale, ma un presidio sanitario. La sfortunata paziente, prosegue la Asl, «non doveva essere condotta al Presidio di Anagni ma al più vicino Pronto Soccorso e cioè al Polo ospedaliero Frosinone-Alatri che dista solo pochi chilometri e, comunque, in questi casi è sempre opportuno chiamare il 118». Questo però non toglie, si spiega ancora nella nota stampa, «che la paziente, come detto giunta in shock anafilattico avanzato, nel Presidio è stata prontamente assistita da un anestesista che ha praticato le cure previste in casi del genere».
I carabinieri giunti sul posto hanno accertato che la morte è avvenuta per arresto cardiaco causato dallo choc anafilattico. La salma è stata resituita ai familiari.
La vittima era la moglie dell’ex consigliere comunale Mario Di Giulio. Sul caso è intervenuto il sindaco di Anagni Daniele Natalia che, appresa la notizia della morte della donna, ha attaccato duramente Asl e Regione Lazio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino