Terni, adolescenti morti nel sonno dopo serata insieme: ipotesi assunzione droga. Arrestato spacciatore

TERNI «Provate voi a svegliarlo, provateci voi, io non ce la faccio». Le urla della madre di G.A., 15 anni, hanno fatto a pezzi il silenzio del quartiere popolare di...

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TERNI «Provate voi a svegliarlo, provateci voi, io non ce la faccio». Le urla della madre di G.A., 15 anni, hanno fatto a pezzi il silenzio del quartiere popolare di San Giovanni, a ridosso del centro di Terni, martedì mattina. La donna ha provato a svegliare il figlio di 15 anni, studente dell'Istituto Tecnico, che stava tardando ad alzarsi e non c'è riuscita. Il ragazzino era morto nel sonno, anche se lei non se ne voleva rendere conto. I medici del 118 non potranno fare nulla per rianimarlo.

La stessa tragedia va in scena poco dopo, in un altro quartiere di Terni. Villa Palma. Anche lì una madre cerca di far alzare dal letto il figlio senza riuscirvi. Anche lì altro dramma, altro dolore. A morire è F. P. 16 anni, studente del liceo Donatelli.

E le due morti hanno molte cose in comune: i due ragazzi si conoscono, sono amici, lunedì hanno giocato insieme a calcio, secondo quanto si è raccolto dalle testimonianze dei vicini di casa, prima erano stati al campo di San Valentino e poi a quello di San Giovanni. Troppe coincidenze per non far sospettare ai carabinieri che quelle morti non siano naturali, che ci sia un legame. Per tutta la mattinata, in attesa di avere l'esito sull'autopsia dei corpi dei due giovani pattuglie di carabinieri e poilizia hanno passato al setaccio la città mentre tutti gli amici dei due ragazzi sono ascoltati al comando dei carabinieri per capire cosa sia successo e ricostruire le ultime ore di questi due giovani.
L'ipotesi che viene fatta dai carabinieri è quella relativa all'assunzione, da parte dei due giovani, di sostanze stupefacenti, dopo la partita di calcio, probabilmente anche insieme ad altri ragazzi. Nel pomeriggio viene portato in caserma un uomo di 41 anni, Aldo Maria Romboli, noto come tossicodipendente, in cura al Serd, che vive nello stesso quartiere di una delle due vittime. Tenuto sotto torchio per tutto il pomeriggio, viene portato in carcere la sera con l'accusa di essere stato lui a dare ai due ragazzini il mix di sostanze che li ha uccisi.

Uno dei due ragazzini è figlio di due medici, il padre lavora a Roma, la madre a Terni mentre l'altro ha la madre di origine straniera e una sorella. 

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Sotto choc i compagni di classe e gli insegnanti, che, al momento non vogliono parlare. F. P. era stato un ragazzino sportivo, aveva giocato a rugby anche se, da qualche tempo, aveva lasciato l'attività sportiva. Per alcuni anni era stato un ragazzino molto robusto ma ultimamente si era dimagrito moltissimo. 

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Il Gazzettino