«Quel video con gli insulti l’ho girato io e forse ho sbagliato: ma con la professoressa ci siamo subito scusati». Davide (il nome è di fantasia) ha 19...
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Una brutta scena, quella che hai ripreso con il cellulare.
«E’ vero. Ma non stavamo davvero facendo nulla di strano. Nelle scuole accadono cose ben più gravi».
Quel video è abbastanza grave…
«Le cose non sono proprio andate così. Prima e dopo il video che ho girato sono successe delle cose che voglio raccontare».
Prego..
«E’ vero, il mio amico si era seduto in cattedra al posto della professoressa e ammetto che questo potrebbe essere visto come un brutto gesto, una mancanza di rispetto nei confronti della prof. Ma se conoscesse il rapporto che abbiamo con la professoressa di inglese, cambierebbe idea. Fino a venti secondi prima che iniziassi a riprenderlo, infatti, il mio amico stava leggendo un testo di James Joyce a tutta la classe, perché glielo aveva chiesto la docente, che non aveva molta voce, e che nel frattempo stava distribuendo delle schede sui personaggi».
E quell’insulto verso i compagni?
«Era rivolto ad un nostro amico che aveva vinto una schedina e ce la stava mostrando e, per questo, lo prendevamo in giro per la fortuna. Quello di "buco di c.." era un soprannome che gli avevamo dato, nulla di più».
Ma la professoressa non vi ha ripresi?
«Ma certo. Quando abbiamo usato quell’epiteto, ci ha subito sgridati. E noi ci siamo scusati. Di certo non si possono dire le parolacce in classe».
Ti sei pentito di aver pubblicato il video sui social?
«Sì, soprattutto viste le vicende registrate in altre scuole a Lucca e a Lecce, anche se non mi sembra paragonabile a quello che è accaduto in questo caso. Mi rendo anche conto che il mio video può fare effetto e scalpore, ma ho visto cose ben peggiori in ambienti scolastici: di certo non volevamo offendere nessuno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino