Alfano attacca: «La riforma elettorale è incostituzionale»

Alfano attacca: «La riforma elettorale è incostituzionale»
Il testo della riforma elettorale approvato dalla commissione Affari Costituzionali, presenta «vari vizi di incostituzionalità e per questo Ap presentarà una...

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Il testo della riforma elettorale approvato dalla commissione Affari Costituzionali, presenta «vari vizi di incostituzionalità e per questo Ap presentarà una pregiudiziale di incostituzionalità, al più presto». Lo dice il segretario Angelino Alfano. Sulla legge elettorale rimangono insomma diversi punti indigesti e critici per i centristi di Ap, il vecchio Ncd, partito azionista di minoranza del governo Gentiloni.


Punti su cui secondo gli esponenti di Alternativa Popolare pesa appunto l'ombra dell' incostituzionalità e che quindi possono rallentare il percorso della legge e la corsa verso le urne. Questo si capisce dalla conferenza convocata dal leader di Ap, il ministro Angelino Alfano. Al suo fianco ci sono Tonino Gentile, Dore Misuraca, Maurizio Lupi e Sergio Pizzolante. Si comincia dai collegi: sono quelli del 1991, e secondo Ap non vanno bene. Per questo Alfano ha annunciato la presentazione di una pregiudiziale di incostituzionalità. Oppure, lascia intravedere un rimedio per sopperire alla questione dei collegi disegnati con il censimento nazionale del 1991 Alfano propone «una delega al governo, per riscrivere i collegi in 90-120 giorni. In questo modo non ci saranno le elezioni anticipate, come vuole il Pd. Se il Pd, infatti, non accetta la nostra proposta, è la prova provata che vuole andare alle urne in autunno».

Seconda mossa dei centristi per scavalcare la battaglia sul Parlamento dei nominati: verrà presentato un emendamento per non usare i listini, e quindi spostare il focus del voto e del riparto sui collegi che così come è stata licenziata la legge in commissione sono i primi a mietere eletti.

«Sappiamo che l'Inciucellum prevede listini bloccati come parte fondamentale della legge, ma il nostro desiderio è consentire ai partiti che li vogliono togliere di non usarli grazie a un nostro emendamento» ha detto Alfano. Questo passaggio introduce una terza mossa, frutto di dubbi forti già emersi in commissione. Se un partito o un movimento riesce a eleggere candidati in un collegio ma non supera la soglia di sbarramento del 5% a livello nazionale che succede? Secondo il ministro degli Esteri succede un paradosso: «Il fatto che chi vince nel proprio collegio, perde».







Per sopperire alla questione dei collegi disegnati con il censimento nazionale del 1991, continua Alfano, «proponiamo la seguente soluzione: una delega al governo, per riscrivere i collegi in 90-120 giorni. In questo modo non ci saranno le elezioni anticipate, come vuole il Pd. Se il Pd, infatti, non accetta la nostra proposta, è la prova provata che vuole andare alle urne in autunno», conclude il leader di Ap.
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Il Gazzettino