OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Incompatibile con il carcere. Dopo sole 24 ore dal suo trasferimento nella casa circondariale di Monza, Alessandro Maja, 57 enne arrestato per aver ucciso la moglie e la figlia, Stefania Pivetta, 56 anni e Giulia di 16, e aver ridotto in fin di vita il figlio Nicolò, mercoledì mattina a Samarate (Varese), è stato portato in ospedale a Monza, dove è stato ricoverato nel reparto di Psichiatria. «I medici hanno ritenuto che le sue condizioni non siano compatibili con la detenzione», ha detto il suo avvocato Enrico Milani, quando questa mattina è arrivato in Tribunale a Busto Arsizio (Varese), dove avrebbe dovuto svolgersi l'interrogatorio di garanzia.
Il legale, nominato d'ufficio insieme alla collega Sabrina Lamera, ha spiegato di non avere avuto ancora modo di parlare con Maja, e che «l'udienza sarà nuovamente fissata quando sarà in grado di sostenerla». Non è quindi chiaro se il 57enne abbia avuto un crollo nervoso in carcere o abbia tentato di farsi del male, tanto da spingere i medici a decidere di ricoverarlo. La Procura di Busto Arsizio, come confermato dal Procuratore Carlo Nocerino, al momento non ha intenzione di chiedere una valutazione psichiatrica, mentre è possibile che questa possa diventare la prossima mossa della difesa. A parlare di una difficoltà emotiva di Maja, è stato il suocero, padre di Stefania, ieri. Ha definito il marito della figlia come «giù di morale da diverso tempo», sempre «preoccupato per i soldi», seppure di difficoltà la famiglia non risulta ne avesse.
Lo scenario
Le sue affermazioni saranno vagliate dagli investigatori, che in questi ultimi due giorni stanno sentendo familiari ed amici della coppia, e dei due figli, per cercare di ricostruire le dinamiche relazionali interne a moglie e marito.
icolò, un futuro da pilota, è costretto ora in un letto di ospedale a Varese, in attesa di un miracolo che lo riporti alla vita, dopo essere stato operato al cervello a causa di un grave ematoma dovuto ai colpi ricevuti. Domani sono previste le autopsie sui corpi di Stefania e Giulia: la madre legata ai suoi ragazzi, sensibile ed emotiva come testimoniano i suoi tanti post pubblicati su Facebook; la figlia adolescente, gli occhi blu aperti sul mondo, chiusi prematuramente. L'esito degli accertamenti medico legali sarà fondamentale per definire nel dettaglio la dinamica della tragedia. Prima o poi, forse, Alessandro Maja sarà in grado di spiegare il perché di tanta brutalità, seppure nessuna parola, nessuna scusa, potrà cancellare l'orrore e il dolore riservato a chi non c'è più e a chi è rimasto.
Chi è
Alessandro Maja è il fondatore di Maja Group, un atelier di progettazione che opera in Italia e all’estero e progetta spazi commerciali nel “Food&Beverage” - si legge nel sito dello studio - è cresciuto tra i Caffè milanesi prima di trasferisi in provincia di Varese. E' lì, nella loro casa di via Torino, che ha impugnato un martello e ha colpito tutta la sua famiglia, uccidendo la moglie sul divano e la figlia minore di 16 anni, per poi scagliarsi contro il figlio maggiore, 23 anni, mentre dormiva. Poi ha tentato di darsi fuoco. Quando i carabinieri di Varese sono intervenuti in seguito a una segnalazione da parte dei vicini di casa lo hanno trovato fuori casa, lievemente ferito, e sporco di sangue.
«Vulcanico di idee, originali e stravaganti, ma concrete e funzionali», - così viene definito nel sito di presentazione del gruppo - si è specializzato nella realizzazione di spazi architettonici non soltanto in Italia. Il suo studio, con sede sui Navigli, ha realizzato importanti progetti a Milano, Sicilia, Spagna, Olanda, Venezuela, intervenendo anche nella realizzazione di alcuni spazi all’interno dell’ Aeroporto Intercontinentale di Malpensa, nonché di uno spazio all’interno della Stazione Ferrovie Nord Cadorna di Milano. Cosa sia scattatato nella testa di quest'uomo, un professionista affermato, è ancora un mistero. La famiglia, come riporta il sindaco di Samarate, Enrico Puricelli, non aveva mai fatto pensare che avesse problemi. Alessandro e Stefania erano sposati dal 1992.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino