Adele, morta a 16 anni per una pasticca. Il padre: «Ora chiediamo silenzio»

Adele, morta a 16 anni per una pasticca. Il padre: «Ora chiediamo silenzio»
Il padre e il fratello di Adele de Vincenzi, la ragazza di 16 anni morta per ecstasy a Genova venerdì notte, con un breve comunicato all'Ansa chiedono «rispetto...

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Il padre e il fratello di Adele de Vincenzi, la ragazza di 16 anni morta per ecstasy a Genova venerdì notte, con un breve comunicato all'Ansa chiedono «rispetto per il proprio dolore e la propria privacy. La notizia è stata data - concludono Paolo e Edoardo De Vincenzi -. Ora chiediamo il silenzio».


Intanto un altro padre, quello di Gabriele Rigotti, uno dei due giovani arrestati per la morte di Adele, si è detto «sconvolto» per quanto accaduto e anche «preoccupato per il figlio». Lo rivela uno dei suoi legali. I due giovani sono assistiti dagli avvocati Luigi Sannino, Nicola Devoto e Matteo Groppo. La convalida dei due arresti avverrà con ogni probabilità martedì mattina. Per lunedì, invece, è stata fissata l'autopsia che dovrà stabilire cosa ha assunto, oltre alla dose di Mdma, la ragazza prima di morire.

Adele è morta per una dose di Mdma, potente metanfetamina usata per confezionare le pasticche di ecstasy che può essere ingerito in polvere mescolata all'acqua. Droga che ha consumato insieme al fidanzato e a una coppia di amici in una stanza in affitto nel quartiere San Martino di Genova, zona universitaria della città. Il fidanzato, Sergio Bernardin, 21 anni, e l'amico Gabriele Rigotti, 19 anni, sono finiti in manette con l'accusa di spaccio aggravato e morte come conseguenza di altro reato. Gli agenti della squadra mobile, diretti dal primo dirigente Marco Calì, nel giro di poche ore sono riusciti anche a individuare il pusher che aveva venduto la metanfetamina: si tratta di un ragazzo di 17 anni, residente a Busalla. Per lui è scattata una denuncia, vista la minore età.

Tutto succede nella tarda serata di venerdì. I quattro si vedono nella stanza di Rigotti: prendono la sostanza e decidono di proseguire la notte nel centro storico. Si avviano a piedi ma in via San Vincenzo, vicino alla stazione Brignole, Adele collassa. Sviene per strada e gli amici chiamano il 118. Le condizioni non sembrano subito critiche ma in pochi minuti la ragazza entra in coma profondo. I medici dell'ospedale Galliera tentano di salvarla per circa un'ora. Alla fine il cuore di Adele cede e la giovanissima muore. «È arrivata che era in coma profondo», dice Paolo Cremonesi, direttore del Pronto soccorso dell'ospedale Galliera. Il medico lancia un appello:
«Bisogna far capire ai giovani che non esistono droghe leggere o pesanti».

Non era la prima volta che il gruppetto abusava di Mdma. «Lo facevamo ogni tanto per sballarci nel fine settimana, ma non eravamo mai stati male». Ma i quattro non erano degli sbandati. «Bravi ragazzi - dicono gli inquirenti - figli di gente per bene. Che però sono caduti nella ormai sempre più frequente cattiva abitudine di sballarsi nel fine settimana». Adele aveva perso la mamma un anno fa. E forse quel dolore, come traspare dalla sua pagina Facebook, l'ha portata a cercare il "brivido" di una droga. Il padre della ragazza, quando ha saputo della morte della figlia ha gridato «Non è possibile» e ha avuto un malore. Poi si è chiuso nella sua casa di Chiavari. Due mesi fa una ragazza di 17 anni era morta in seguito a un mix di alcol e droghe consumate con una amica in un appartamento di Borgoratti.


Anche la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è intervenuta sulla vicenda lanciando una proposta:
«Chi spaccia droga, soprattutto se a dei minorenni, dovrebbe essere perseguito per il reato di tentato omicidio». Adesso le indagini, coordinate dal pm Michele Stagno e dalla collega del tribunale dei minori Maura Macciò, proseguono per risalire la catena dei fornitori di droga della movida genovese. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino