Il padre e il fratello di Adele de Vincenzi, la ragazza di 16 anni morta per ecstasy a Genova venerdì notte, con un breve comunicato all'Ansa chiedono «rispetto...
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Intanto un altro padre, quello di Gabriele Rigotti, uno dei due giovani arrestati per la morte di Adele, si è detto «sconvolto» per quanto accaduto e anche «preoccupato per il figlio». Lo rivela uno dei suoi legali. I due giovani sono assistiti dagli avvocati Luigi Sannino, Nicola Devoto e Matteo Groppo. La convalida dei due arresti avverrà con ogni probabilità martedì mattina. Per lunedì, invece, è stata fissata l'autopsia che dovrà stabilire cosa ha assunto, oltre alla dose di Mdma, la ragazza prima di morire.
Adele è morta per una dose di Mdma, potente metanfetamina usata per confezionare le pasticche di ecstasy che può essere ingerito in polvere mescolata all'acqua. Droga che ha consumato insieme al fidanzato e a una coppia di amici in una stanza in affitto nel quartiere San Martino di Genova, zona universitaria della città. Il fidanzato, Sergio Bernardin, 21 anni, e l'amico Gabriele Rigotti, 19 anni, sono finiti in manette con l'accusa di spaccio aggravato e morte come conseguenza di altro reato. Gli agenti della squadra mobile, diretti dal primo dirigente Marco Calì, nel giro di poche ore sono riusciti anche a individuare il pusher che aveva venduto la metanfetamina: si tratta di un ragazzo di 17 anni, residente a Busalla. Per lui è scattata una denuncia, vista la minore età.
Tutto succede nella tarda serata di venerdì.
Non era la prima volta che il gruppetto abusava di Mdma. «Lo facevamo ogni tanto per sballarci nel fine settimana, ma non eravamo mai stati male». Ma i quattro non erano degli sbandati. «Bravi ragazzi - dicono gli inquirenti - figli di gente per bene. Che però sono caduti nella ormai sempre più frequente cattiva abitudine di sballarsi nel fine settimana». Adele aveva perso la mamma un anno fa. E forse quel dolore, come traspare dalla sua pagina Facebook, l'ha portata a cercare il "brivido" di una droga. Il padre della ragazza, quando ha saputo della morte della figlia ha gridato «Non è possibile» e ha avuto un malore. Poi si è chiuso nella sua casa di Chiavari. Due mesi fa una ragazza di 17 anni era morta in seguito a un mix di alcol e droghe consumate con una amica in un appartamento di Borgoratti.
Anche la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è intervenuta sulla vicenda lanciando una proposta: «Chi spaccia droga, soprattutto se a dei minorenni, dovrebbe essere perseguito per il reato di tentato omicidio». Adesso le indagini, coordinate dal pm Michele Stagno e dalla collega del tribunale dei minori Maura Macciò, proseguono per risalire la catena dei fornitori di droga della movida genovese. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino