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Una storia triste, con un epilogo ancora più doloroso perché coinvolge un’intera famiglia. Una coppia di genitori si separa, ma niente va liscio: è guerra per un bambino conteso, che ha soli tre anni. E nel dramma privato, che è già approdato in Tribunale dei minori di Roma, c’è un colpo di scena: il nonno materno del piccolo, noto commerciante romano, decide di fare a modo suo e usare le maniere forti.
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A giugno comincia a perseguitare la consulente nominata dal giudice, ritenuta responsabile di non avere firmato una relazione accusatoria nei confronti del papà del piccolo. Per quattro volte, tra giugno e settembre, versa acido corrosivo sull’auto della donna. Un’altra volta la segue, insieme alla moglie. Viene arrestato in flagranza due mesi fa per atti persecutori, e ora si trova ai domiciliari. Per lui, l’aggiunto Michele Prestipino e la pm romana Alessia Natale hanno chiesto il processo con rito immediato. La nonna del piccolo è soltanto indagata, così come la mamma del bambino, accusata di calunnia e diffamazione nei confronti dell’ex marito.
LA VICENDA
A fronte della forte conflittualità tra gli ex coniugi, il Tribunale è entrato in campo con un decreto, ha affidato il piccolo Marco ai servizi sociali, ma ha lasciato che continuasse a vivere con la mamma. Gli educatori, da giugno, tre volte alla settimana, hanno assistito al “passaggio” del bambino, consegnato al papà per trascorrere con lui alcune ore “in zona neutra” e un mese durante le vacanze estive. La consulente, intanto, ha già depositato una prima relazione al giudice, che non ha affatto soddisfatto la mamma e i nonni: «Quello che è scritto nella relazione è una menzogna - ha detto lo scorso giugno la signora all’educatrice - Quello che risulta è che io ho problemi di attaccamento, mentre del padre è emerso solo che fa ritardi. Il problema non è quello».
Il 10 ottobre gli educatori consegnano un resoconto al Tribunale.
IL CONSULENTE NEL MIRINO
Quello che sarebbe accaduto proprio dopo la consegna della prima a relazione della consulente del Tribunale è riassunto nella richiesta di giudizio immediato per il commerciante romano settantenne: «Con condotte reiterate minacciava e molestava la consulente, appostandosi nei pressi del suo luogo di lavoro, seguendola per strada in auto e danneggiando con liquidi altamente corrosivi le auto in uso alla donna, generando nella parte lesa uno stato di ansia e paura, un fondato timore per l’incolumità propria e dei suoi familiari, costringendola a modificare le proprie abitudini». La donna ha ovviamente rinunciato all’incarico. E lo scorso luglio ha depositato una querela. Il primo episodio contestato sarebbe avvenuto lo scorso 8 giugno in via Carso, quando il nonno di Marco avrebbe versato sul cofano anteriore e sul tetto dell’auto della Suzuki Ignis della donna, «un liquido azzurro dall’odore acre che ne provocava la sverniciatura». Tra il 4 e il 6 luglio accadeva ancora. L’uomo, per i pm, «danneggiava nuovamente la vettura, versando sulla carrozzeria cofano, sportelli, tetto e portellone) una sostanza che ne corrodeva la vernice».
LA NONNA
Il 19 agosto è entrata in scena anche la nonna di Marco, con la sua auto, lei e il marito, hanno seguito da Roma fino a Santa Marinella la consulente. Il 29 settembre il commerciante viene arrestato in flagranza. L’uomo con il volto coperto da un casco da motociclista, è sotto casa della consulente. Sta per versare altro acido sull’auto della donna ma viene arrestato dalla polizia. «Siamo certi che muovendoci nella legalità i diritti di un padre e di suo figlio saranno tutelati», commenta l’avvocato Federico Sinagra, che rappresenta il papà di Marco.
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Il Gazzettino