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Prete pedofilo abusa di decine di bimbi e fugge: ucciso nella sua casa
Prete italiano stupra un 13enne in Perù: condannato, si dà alla fuga per evitare il carcere
I minori erano affidati alla sua custodia in quanto dirigente e allenatore della squadra di calcio frequentata dai bambini e loro insegnante di doposcuola. Li invitava a casa, singolarmente o in gruppo, li fotografava durante gli abusi e poi diffondeva quelle immagini in chat, accompagnate da messaggi «dai contenuti agghiaccianti». La Corte di Appello di Bari ha confermato le responsabilità dell'uomo che era stato condannato in primo grado a 18 anni di reclusione dal Tribunale di Foggia per abusi su nove bambini, aumentando la pena inflitta a 20 anni di reclusione perché è stato riconosciuto il vincolo della continuazione con una precedente condanna ormai definitiva a 6 anni di reclusione per abusi su un altro 11enne.
Fu proprio indagando sul primo singolo caso che gli investigatori della Polizia Postale, coordinati dai pm di Bari Simona Filoni e Domenico Minardi, scoprirono gli altri episodi, tutti riconducibili allo stesso periodo e commessi con le stesse modalità. Fatti per i quali Trotta è stato giudicato colpevole dei reati di violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori.
Agli atti dei due processi ci sono le testimonianze dei minori, foto e messaggi, ma «nessuna denuncia è mai stata formulata» - hanno evidenziato in passato gli inquirenti - dalla società sportiva che, nel novembre 2014, lo aveva allontanato. Il gup di Bari che per primo ha giudicato Trotta sottolineò anche «l'atteggiamento quantomeno superficiale tenuto dalle locali autorità religiose», le quali, anche dopo la riduzione allo stato laicale, «hanno mantenuto assoluto silenzio» così «permettendo all'imputato di continuare impunemente a frequentare minori e a farne oggetto delle sue abominevoli perversioni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino