25 aprile, cortei separati a Roma. Mattarella: «Ricordiamo la Resistenza senza odio né rancore

Roma divisa per le manifestazioni del 25 aprile, Festa della Liberazione. La Comunità ebraica punta il dito sulla presenza dei movimenti pro Palestina al corteo Anpi,...

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Roma divisa per le manifestazioni del 25 aprile, Festa della Liberazione. La Comunità ebraica punta il dito sulla presenza dei movimenti pro Palestina al corteo Anpi, l'associazione partigiani sottolinea di «avere fatto di tutto per includere e ricucire il fronte antifascista». Campidoglio e Regione presenti alle due manifestazioni mentre il Pd solo a quella della Brigata Ebraica dopo che il commissario cittadino Matteo Orfini ha tacciato l'Anpi di essere «divisiva».


All'Altare della Patria, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto dagli applausi dei presenti, ha reso omaggio al Monumento del Milite Ignoto, in occasione del 72° anniversario della Liberazione. Il capo dello Stato è poi andato a Carpi, dove ha partecipato alla cerimonia «25 aprile. Festa della Liberazione: tra la storia dei padri e il futuro dei figli» organizzata al teatro Comunale. «Oggi, senza odio né rancore, ma con partecipazione viva e convinta, ricordiamo» la Resistenza, ha detto Mattarella. «In tante famiglie italiane c'è una storia, grande o piccola, di eroismo. Perché lo facevano? Coraggio, ideologia, principi morali, senso del dovere, disillusione, pietas umana, senso comune... Tante e diverse furono le storie, tante e diverse le motivazioni. L'insieme di tutte queste fu la Resistenza».

A Roma dunque questo 25 Aprile ha avuto due piazze, una dell'Anpi e una della Comunità ebraica, contraria alla presenza delle organizzazioni palestinesi alla sfilata dei partigiani. A Milano ha prevalso l'unità, non senza
qualche contestazione arrivata all'indirizzo della Brigata ebraica da parte dei movimenti anti Israele. Una Milano che il sindaco Beppe Sala ha salutato come «centro di un grande progetto per la pacificazione».

Ma è a Roma che la divisione ha pesato: Anpi da una parte e Brigata ebraica dall'altra, come preannunciato, nonostante gli appelli all'unità. L'ultimo, oggi a Porta San Paolo, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: «Mi auguro che da oggi parta una riflessione per ricomporre tutte le componenti che lottarono per ridarci questa libertà». In via Balbo il vicepresidente della Comunità ebraica romana Ruben Della Rocca ha tagliato corto: «La storia è qui, il resto sono solo menzogne». Il rabbino capo Riccardo Di Segni ha aggiunto: «Il
terrorismo che in questi anni sta devastando l'Europa ha avuto una scuola importante e noi sappiamo qual è», e a margine ha spiegato: «Alludevo ai palestinesi». Ma si è anche augurato che «il prossimo anno si torni in piazza insieme».

Il valore della memoria «affinché la storia di un passato così buio non torni più» è stato l'auspicio della sindaca Virginia Raggi, che ha partecipato ad entrambi i cortei «con la stessa passione»: «Il 25 Aprile è una festa di tutta l'Italia». Ed è spettato al presidente Anpi Roma Fabrizio De Santis parlare della sua come di una «piazza unitaria e senza polemiche».


«Il significato della celebrazioni» del 25 aprile «è sempre quello di tener viva la memoria. Come dimostra quello che accade tutti i giorni in Italia, gli atti di resistenza non devono cessare mai perché possiamo sempre ricadere e tornare a sfiorare quello che è stato», ha detto ancora Raggi in occasione della cerimonia alle Fosse Ardeatine. «Dobbiamo ricordare e sapere ogni giorno che quello che possiamo vivere oggi è grazie a persone che hanno dato la vita e che erano anche più giovani di me. Hanno dato la vita per poterci dare tutto questo - ha affermato Raggi -. I ragazzi possono crescere con questa consapevolezza. Oggi mi dispiace aver visto poche persone (alle Fosse Ardeatine, ndr), è stato veramente triste e ci auguriamo che la scuola possa invece fare la sua parte perché c'è bisogno che gli studenti sappiano e sentano profondamente il calore del 25 aprile, della Resistenza e della Liberazione. Fanno parte della nostra storia e non possiamo perderle».

Corteo unitario a Milano dunque, e divieto di sfilare nella zona del cimitero dove sono sepolti i repubblichini per l'
estrema destra. Dal palco di Piazza Duomo il presidente nazionale dell'Anpi Carlo Smuraglia ha salutato così i
manifestanti: «Eccolo qui il nostro 25 aprile, decine di migliaia di persone in piazza per una festa», ma ha anche
ammonito chi «coglie l'occasione per fare provocazioni sciocche e inutili» e «le strumentalizzazioni fatte da chi ritiene l'Anpi inutile perché i partigiani sono sempre di meno: sciocchezze». Il sindaco Sala ha parlato della sua città come «libera, aperta e accogliente»; presenti anche i segretari confederali di Cgil e Uil.


A Cagliari un gruppo di donne ha sfilato portando a piedi la bicicletta in ricordo delle partigiane che durante il conflitto davano una mano, spesso come staffette, alla lotta. A Genova sempre Smuraglia ha ricordato a piazza Matteotti che «ci sono ancora troppi fascisti in giro, non importa se con la camicia nera o fascisti dentro. Quanto ci vuole perché lo Stato faccia il suo dovere?». Nel cosentino vandali hanno danneggiato l'ingresso del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, mentre ad Ascoli Piceno sono state ricordate anche le vittime del terremoto. E ha assunto anche toni contro il razzismo il corteo di Benevento al quale ha partecipato un nutrito gruppo di migranti.


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Il Gazzettino