ROMA - Legate a una ringhiera con le manette, portate in un luogo isolato e stuprate nell'estrema periferia Est di Roma. Le vittime sono due quattordicenni, violentate da un...
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LE MANETTE
È maggio, Michela va all'appuntamento con una sua amica, anche lei ha 14 anni. Mario porta con sé un complice, Maikon Bilomante Halilovic, 20 anni. Entrambi i nomadi vivono in via di Salone, il campo che ospita 600-800 persone, un tempo villaggio della solidarietà, da anni definito addirittura dalle forze dell'ordine «terra di nessuno». Nonostante la pericolosità è uno dei campi dove i vigili fanno sorveglianza saltuariamente. E ieri sera non c'erano. L'incontro con le due quattordicenni si trasforma subito in orrore. Secondo la ricostruzione dei carabinieri i due nomadi con minacce verbali costringono le ragazzine ad andare in una zona isolata. Siamo su via Collatina, angolo via Renato Birolli, uno stradone dove sorgono alcune industrie: la sera si spopola, non c'è nessuno. In fondo alla strada c'è un deposito dell'Atac, l'azienda del trasporto pubblico romana. Vicino c'è un'area verde, incolta.
LA RICOSTRUZION
ELe ragazzine vengono ammanettate a una ringhiera, Halilovic fa da «palo», è attento che non arrivi nessuno mentre Seferovic violenta senza pietà le quattordicenni. L'orrore si consuma nella desolazione più assoluta. Dopo lo stupro le due ragazze vengono liberate. Soltanto un mese dopo una delle due ha raccontato ai genitori quello che è accaduto.
Sono quindi iniziate le indagini dei carabinieri: i militari sono riusciti a individuare i due bosniaci. Nella notte tra giovedì e venerdì Seferovic è stato arrestato nel campo nomadi di Salone: era già conosciuto alle forze dell'ordine per aver commesso reati contro il patrimonio. Halilovic invece è stato arrestato a Tor Sapienza, un angolo di periferia devastato da una altro campo rom, quello di via Salviati. Mario Seferovic e Maikon Bilomante Halilovic sono stati arrestati l'altra notte con le accuse di violenza sessuale di gruppo continuata e sequestro di persona continuato in concorso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino