VENEZIA - «Io ho fatto semplicemente ciò che dovrebbe fare un buon amministratore. Controllo certosino delle carte, direttive stringenti impartite agli uffici e un po' a...
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Sul fatto che nelle intercettazioni e negli interrogatori emergerebbe come Zaia fosse vissuto come un ostacolo al reiterare i comportamenti ora oggetto di indagine da parte della Procura di Venezia, il governatore dice: «Nel leggere frammenti di intercettazioni e di verbali sono rimasto sorpreso e colpito anch'io. Penso di non aver fatto fatto nulla di straordinario, se non pretendere che si applicasse la legge e fare in modo che comunque le procedure fossero trasparenti fino in fondo».
«Un atteggiamento di rigore - sottolinea Zaia - che sarà mantenuto se, dopo l'immediata sospensione dal servizio dei tre dirigenti arrestati, nel corso dell'inchiesta risultasse che altri dipendenti sono coinvolti: «I processi si celebrano nei tribunali, quindi non spetta a me fare istruttorie penali e spero che tutti gli indagati abbiano la possibilità di chiarire la propria posizione, soprattutto nell'interesse della comunità dei veneti che osserva sbalordita quanto accaduto e quanto sta emergendo da queste acque torbide - conclude Zaia -, dall'altro confermo la mia linea di assoluto e intransigente rigore e legalità». Tornerà a colloquio coi magistrati della Procura? «Per quanto ci riguarda siamo a disposizione della Procura h24. Questa è un'amministrazione che vuole avere le pareti di cristallo, per cui gli inquirenti sanno che per ogni carta e ogni informazione la nostra disponibilità è totale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino