Frode in commercio, la Finanza perquisisce la sede della Volkswagen

Frode in commercio, la Finanza perquisisce la sede della Volkswagen
VERONA - La Guardia di Finanza sta eseguendo una serie di perquisizioni nella sede della Volkswagen Group a Verona. Le perquisizioni sono state disposte dalla procura di Verona...

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VERONA - La Guardia di Finanza sta eseguendo una serie di perquisizioni nella sede della Volkswagen Group a Verona. Le perquisizioni sono state disposte dalla procura di Verona che ipotizza il reato di frode in commercio.




Ci sono già alcuni nomi nel registro degli indagati della procura di Verona che ha aperto un fascicolo sulla Volkswagen Italia e ha disposto una serie di perquisizioni. Massimo Nordio, direttore generale e amministratore delegato di Volkswagen group Italia, è tra gli indagati; oltre a lui sono indagati anche altri 5 dirigenti del gruppo in Italia che erano in carica nel periodo preso in esame, durante il quale sarebbe stato istallato dalla casa tedesca su veicoli diesel Euro5 un software per aggirare gli standard ambientali per la riduzione dello smog.



Il «dieselgate» è emerso negli Usa, dove il software manomesso sarebbe stato montato su alcune vetture del gruppo tedesco dal 2009 a 2015.




Perquisizione da parte della Guardia di Finanza sono in corso anche nella sede della Lamborghini a Bologna. Le perquisizioni, secondo quanto si apprende, sono state disposte dalla procura di Verona che ha aperto un fascicolo su Volkswagen Italia in quanto Lamborghini fa parte del gruppo della casa automobilistica tedesca.



Esulta il Codacons per l'apertura di una inchiesta da parte della Procura di Verona: «È stata accolta in pieno la nostra istanzaSolo pochi giorni fa avevamo chiesto di disporre perquisizioni a tappeto nelle sedi italiane di Volkswagen e presso le abitazioni private di dipendenti e manager, allo scopo di acquisire documentazione circa lo scandalo delle emissioni falsificate, al pari di quanto disposto dalla magistratura tedesca. La nostra ipotesi - spiega l'associazione - era proprio quella di una possibile frode in commercio a danno dei consumatori, per la quale ci siamo rivolti alla magistratura e all'Antitrust
». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino