VICENZA - Nell'Ulss 6 di Vicenza su oltre duecento medici di famiglia, solo ottanta si sono uniti. In pratica appena 1 su tre. Nell'Ulss 3 di Bassano del Grappa le cifre...
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A lanciare l'allarme sono i segretari e i referenti di Cgil, Cisl e Uil nonché i rappresentanti dei pensionati. Il progetto della Regione che prevede l'associazionismo tra i medici con visite specialistiche e ambulatori sempre aperti è rimasto quasi lettera morta. Un dato su tutti: in provincia su 576 medici di famiglia quelli coinvolti nell'operazione sono 198. Il motivo? Secondo i sindacati la resistenza degli interessati.
"Molti hanno altri lavori - sottolinea Gino Ferraresso della Cgil -. C'è chi fa il dentista, chi il cardiologo e così via". Per i sindacati il sistema sociosanitario vicentino deve voltare pagina. "L'obiettivo è ridurre le code negli ospedali e nelle strutture in genere", aggiunge Claudio Scambi della Uil, citando un esempio virtuoso, quello della medicina integrata di viale Trieste, a Vicenza, dove si effettuano gratuitamente prelievi del sangue, medicazioni e assistenza infermieristica. Sotto la lente d'ingrandimento anche le cosiddette strutture di ricovero intermedie, come quelle per invalidi, malati psichiatrici e persone dimesse dagli ospedali. L'Ulss 6, per esempio, attende l'attivazione di un centinaio di posti letto sui 516 previsti dal piano sanitario.
Infine Cgil, Cisl e Uil chiedono il potenziamento delle centrali operative territoriali, composte da amministrativi, assistenti sociali e coordinatori infermieristici. Nel mirino quelle dell'Ulss 6 e della 5 di Arzignano-Montecchio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino