«Formaggio fatto col latte in polvere è alto tradimento del made in Italy»

Martino Cerantola, di Tezze sul Brenta, presidente provinciale di Coldiretti
VICENZA - Il formaggio è un tema delicato nel Vicentino, vista la quantità di prodotti qualificati che escono da produttori, cooperative e malghe. ...

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VICENZA - Il formaggio è un tema delicato nel Vicentino, vista la quantità di prodotti qualificati che escono da produttori, cooperative e malghe.


Ora, sul problema del "formaggio senza latte", Coldiretti prende dura posizione contro le industrie che farebbero lobby per favorire la produzione a partire dal latte in polvere.



“Il formaggio fatto con il latte in polvere viene prodotto dagli stessi soggetti che sottopagano il latte e fanno chiudere le stalle - dice Martino Cerantola, agricoltore di Tezze sul Brenta, presidente provinciale di Coldiretti -. Si tratta di un vero e proprio attentato al made in Italy. In particolare i politici, a tutti i livelli, devono rimboccarsi le maniche e lavorare affinché la situazione cambi”.



Cerantola ri riferisce alla recente indiscrezione per cui l’associazione delle Industrie lattiero casearie, Assolatte, avrebbe sollecitato la diffida della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per porre fine al divieto di detenzione ed utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale 138/74. “Siamo di fronte ad un caso di alto tradimento al made in Italy" sottolinea Cerantola. E se l’Europa dovesse accogliere questa assurda richiesta, l’effetto sarà quello di stare dalla parte di coloro i quali intendono continuare ad importare prodotti dall’estero da spacciare come made in Italy, per la mancanza di un adeguato sistema di etichettatura sull’origine dei prodotti lattiero caseari.



Il risultato è che dall’inizio della crisi molte stalle da latte hanno chiuso i battenti, con la perdita di posti di lavoro e di reddito, ma anche di un ruolo insostituibile di presidio del territorio. “Il nostro Paese, grazie alla tutela della legge nazionale – conclude il presidente Cerantola – ha conquistato un primato internazionale nella qualità e varietà della produzione di formaggi. Lo scellerato comportamento delle lobby industriali rischia ora di farlo crollare. Un’azione che danneggia i consumatori con l’offerta di prodotti di bassa qualità, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Solo una classe politica rinnovata nelle idee e nella vocazione potrà aiutarci a far arrivare la nostra voce in Europa e ai tavoli istituzionali dove, troppo spesso, sono le lobby a stabilire le regole ed a scrivere le norme”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino