VICENZA - "E' questa l'immagine che si vuole dare di Vicenza?". Da veranda a rifugio per i senzatetto. Allo storico caffè Moresco di Campo Marzo, a Vicenza, tavolini e...
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"Non ci sentiamo di colpevolizzarli - dicono - ma vorremmo che si adottassero regolamenti per consentire alle forze di polizia di far rispettare le regole". Dito puntato anche contro il degrado della zona: "Pensiamo agli studenti e alle persone che la attraversano. Non è una bella cartolina nemmeno per i bus turistici". Quello del Moresco sembra l'atto finale di una parabola che, nel giro di un anno, ha visto il locale aprire i battenti con nuovi gestori e nuovi propositi di rilancio e poi mettere i sigilli alle porte per motivi economici. Il giro d'affari non era sufficiente per tenere in piedi la società - la "Lucas73" dei vicentini Luca Galzignato e Luca Campana - che lo aveva preso in affitto dal Comune.
Realizzato nel 1838 ma ricostruito negli anni Cinquanta in seguito ai danni provocati dalla seconda guerra mondiale, il Moresco sembrava il simbolo della rinascita dell'area, da anni nell'occhio del ciclone per risse e spaccio. Pare diventato invece l'emblema della sconfitta, anche se i dati sulle presenze estive alla vicina oasi del lettore e ai concerti promossi dall'amministrazione sono in controtendenza. "Nonostante le difficoltà dovute a fattori esterni, come la decisione di chiudere il Moresco, per il quale stiamo lavorando per trovare una soluzione, Campo Marzo è stato un laboratorio culturale molto interessante - sottolinea Stefano Dal Pra Caputo consigliere delegato alla promozione dell'area -. Nelle prossime settimane inizieremo a lavorare per la rassegna estiva del 2016". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino