VALBRENTA - Si avvicinano le elezioni regionali e non poteva mancare nella discussione il nodo della viabilità nel Veneto. Con un’interrogazione presentata in Senato e...
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Una posizione, quella trentina, più volte manifestata, e concettualmente contraria alla realizzazione di qualsivoglia autostrada verso il Trentino, privilegiando di gran lunga l’ammodernamento ed il potenziamento della rete ferroviaria ed il trasporto su rotaia.
Non c’è solo l’ostacolo trentino da superare, considerato che anche in territorio vicentino è stata espressa contrarietà alla Valdastico nord da tutti i tre candidati sindaci di Cogollo del Cengio.
Se, però, come chiede De Poli, Renzi dovesse riuscire a superare i veti della Provincia autonoma, approdando al completamento della Valdastico, rimane sempre sul tavolo l’altro discusso e sgradito progetto calato dall’alto, quello in poroject financing della Nuova Valsugana, totalmente sgradito ai sindaci nonostante i diktat della Regione.
“E’ chiaro che per superare il veto in questione i nostri politici dovranno sedersi attorno ad un tavolo e analizzare il problema della viabilità tra Veneto e Trentino nel suo complesso - ha sintetizzato il presidente dell’Unione Montana Valbrenta, Luca Ferazzoli. - Se la Valdastico sarà realizzata, il progetto proposto per la Valsugana è inutile e si dovrà trovare una soluzione meno invasiva per il nostro territorio e che, allo stesso tempo, non scarichi il problema sul Trentino”.
Carlo Perli, sindaco di Valstagna, ha evidenziato che “è inderogabile un intervento per sanare una situazione che si trascina da decenni, ma serve una visione d’insieme che comprenda statale, ferrovia e pista ciclabile”.
“Il project financing della Nuova Valsugana è un progetto inadeguato e improponibile, ma con il completamento della Pedemontana il traffico è destinato ad aumentare sulla Valsugana, che non è in grado di sopperire nemmeno a quello attuale. Bisogna, quindi, affrontare il problema di tutta la Valsugana, vicentina e trentina, con il coinvolgimento delle parti interessate che conoscono i problemi e le esigenze del territorio e non con project financing faraonici calati dall’alto”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino