Impianti ko per neve: licenziati 18 dipendenti, altri 80 sono a rischio

Gli impianti di malga Ciapela
ROCCA PIETORE (Belluno) - Un centinaio di posti di lavoro a rischio in Val Pettorina: un contraccolpo tutt’altro che indifferente per il comparto turistico della zona. Il...

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ROCCA PIETORE (Belluno) - Un centinaio di posti di lavoro a rischio in Val Pettorina: un contraccolpo tutt’altro che indifferente per il comparto turistico della zona. Il danneggiamento di due piloni della seggiovia del Padon e dello skilift "D'Arei 2", lo scorso 4 febbraio, fa sì che venga a mancare una parte importante dell'impiantistica della valle, quella che collega il comprensorio della Marmolada con quello di Arabba. Una botta tremenda al turismo, non solo della zona, ma dell'intero Agordino che di fatto vede interdetta una delle zone cardine del circuito bianco e del Dolomiti Super ski.




Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore, esterna tutta la propria amarezza per una situazione che di giorno in giorno si fa sempre più difficile: «Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti - sottolinea De Bernardin - con il grave danneggiamento della seggiovia del Padon, causato dalla slavina che si è staccata dal Laston del Serauta che ha divelto due piloni, e dello skilift D'Arei 2. Il rifugio Padon, impossibilitato a continuare la stagione, ha già mandato a casa il suo personale ovvero 6-7 persone.



Stessa cosa ha dovuto fare la società Padon-Marmolada che ha già messo in cassa integrazione i 12 lavoratori stagionali loro dipendenti. Secondo le notizie che mi sono arrivate anche molte altre strutture ricettive della valle stanno pensando di licenziare parte del personale in quanto il proseguo della stagione senza questo impianto si presenta gravemente compromessa (senza contare di come l'economia legata al comparto risulti seriamente penalizzato già di per sè dalla crisi)».



«Devo dire - prosegue il sindaco - che questa situazione mi sta mettendo a dura prova in quanto tra slavine, 50 km di strade da mantenere aperte e collegamenti da garantire anche alle frazioni più lontane, non c'è certo da stare allegri. Ora bisogna tirarci su le maniche e cercare di rimediare a questo disastro cercando fondi e aiuti al fine di rimettere in piedi questi impianti al più presto. Sperando di farcela per la prossima stagione».



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Il Gazzettino