Usl 1, stangati due ex direttori

Usl 1, stangati due ex direttori
Hanno provocato un grave danno all'Usl 1 ricoprendo in contemporanea il ruolo di direttore generale dell'azienda sanitaria pubblica e quello di presidente del consiglio...

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Hanno provocato un grave danno all'Usl 1 ricoprendo in contemporanea il ruolo di direttore generale dell'azienda sanitaria pubblica e quello di presidente del consiglio d'amministrazione del Codivilla Putti di Cortina d'Ampezzo. Lo sostiene la prima sezione giurisdizionale centrale della Corte dei conti di Roma che, ribaltando la sentenza di assoluzione pronunciata nel 2011 dai giudici veneziani, ha condannato Alberto Vielmo ed Ermanno Angonese a risarcire di tasca propria rispettivamente 332.489 e 74.901 euro, oltre agli interessi legali e a 1.266 euro di spese. La sentenza è stata depositata nei giorni scorsi, dopo che il caso era stato discusso nell'udienza dello scorso 15 novembre.

La Corte presieduta da Piera Maggi ha accolto il ricorso presentato dal viceprocuratore Alberto Mingarelli ritenendo che si sia realizzato un danno per l'Usl 1 e che i due ex amministratori abbiano una precisa responsabilità, ciascuno per il periodo in cui ricoprì l'incarico. Da un lato, infatti, in qualità di dirigenti percepivano un compenso omnicomprensivo, e dunque non avrebbero avuto diritto a una retribuzione supplementare per aver assunto la presidenza del Codivilla, società a responsabilità limitata (e successivamente per azioni) a maggioranza pubblica. Dall'altro perché questo secondo incarico (nell'ambito di una società che operava in convenzione con l'Usl) era incompatibile con il ruolo ricoperto nell'azienda sanitaria pubblica. I giudici di secondo grado concordano con la procura veneziana, la quale ha sostenuto che «l'aver ricoperto il doppio incarico ha determinato che l'apporto lavorativo è stato inferiore non solo per quantità ma soprattutto per qualità dello stesso, risultando compromesso la sua imparzialità e correttezza specie per quelle importanti funzioni di controllo che la legge, come già evidenziato, assegna al direttore generale dell'azienda sanitaria».

In sede penale la stessa vicenda si era conclusa con l'assoluzione di Vielmo dall'accusa di truffa e falso. Ma, secondo la Corte dei conti, tale assoluzione non ha alcun rilievo nella questione concernente il danno erariale. I giudici scrivono che «non può non essere valutato l'effetto dannoso della sottrazione della doverosa attività all'azienda per un incarico inoltre incompatibile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino