Un indagato per l'esplosione

Un indagato per l'esplosione
C'è un indagato per lo scoppio della bomba carta esplosa la sera del 29 maggio scorso all'ingresso della Tonutti di Remanzacco, la storica azienda friulana che produce...

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C'è un indagato per lo scoppio della bomba carta esplosa la sera del 29 maggio scorso all'ingresso della Tonutti di Remanzacco, la storica azienda friulana che produce macchinari agricoli.

Secondo quanto si è appreso, la Procura di Udine starebbe lavorando intorno a un'ipotesi di reato di tentata estorsione, oltre che dell'uso di esplosivi, e avrebbe concentrato i sospetti su un soggetto indicato fin dalle prime battute delle indagini tra i potenziali sospettati dalla stessa vittima. Le indagini condotte dai carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo di Udine, sotto il coordinamento del Procuratore facente funzioni Raffaele Tito, proseguono a ritmo serrato.
Alcuni reperti raccolti sulla scena del crimine sono stati inviati in questi giorni ai carabinieri del Ris di Parma. E saranno al centro di una serie di accertamenti tecnici delegati dalla stessa Procura che verranno svolti a metà settembre nelle forme garantite dell'incidente probatorio, con avviso alle parti interessate. Indagato e persona offesa saranno messi nella condizione di nominare, se lo vorranno, dei propri consulenti per partecipare alle operazioni peritali.
Oltre ai frammenti della bomba carta esplosa quella sera mandando in frantumi una vetrata, sarà analizzata con perizia calligrafica anche una lettera minatoria ricevuta una decina di giorni prima dello scoppio dal titolare dell'azienda, Carlo Tonutti, che con il suo legale, l'avvocato Maurizio Miculan aveva subito presentato denuncia alla Procura. «Non fare il furbo, te la facciamo pagare cara», si leggeva tra le varie scritte, redatte a mano nel biglietto recapitato all'imprenditore, corredato anche da una pallottola. La grafia aveva subito destato qualche sospetto alla vittima che per il tramite del suo legale aveva già affidato una perizia calligrafica di parte.

Effettuata una comparazione con degli scritti già in possesso dell'azienda, la consulente era giunta alla conclusione di una possibile compatibilità tra lo scritto e la grafia del soggetto il cui nome è ora finito sul registro degli indagati.
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Il Gazzettino