BELLUNO - Comprano speck, salami e formaggi per quasi mille euro e pagano con assegni falsi. Ieri il pubblico ministero Francesco Saverio Pavone ha chiesto la condanna a un anno...
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Dopo la discussione l’udienza è stata rinviata al 19 febbraio per le eventuali repliche. Nell’occasione il giudice Domenico Riposati pronuncerà la sentenza.I due imputati sono a processo in tribunale a Belluno con l’accusa di concorso in truffa.
I fatti si riferiscono al 2010 quando furono acquistati, in un negozio di Agordo, ben 10 speck, 4 salami e due forme di formaggio, pagando "regolarmente" con assegni. La spesa per un valore complessivo di 950 euro. Il titolare di Framont Italia, la rivendita agordina scelta per il "colpo", Giacomo Miola, quando in seguito aveva tentato di incassare l’assegno non era riuscito. E aveva sporto denuncia. Nei guai erano finiti i due attuali imputati, peraltro entrambi con precedenti specifici.
Il meccanismo, rodato ormai da anni in questo genere di ambienti, consiste nell’acquistare un blocchetto di assegni a poco prezzo da un complice compiacente. In genere gli intestatari di blocchetto e conto corrente fanno parte del mondo della tossicodipendenza. Poi si utilizza il carnet che all’apparenza è regolare. Salvo trovare il conto scoperto oppure qualche altra irregolarità procedurale che impedisce all’incauto commerciante di incassare quanto dovuto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino