«Trovare una soluzione, la mia priorità»

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UDINE - (Cdm) «Da quando è passata la riforma Cri la mia prima preoccupazione è trovare per queste persone un lavoro degno di questo nome». Così Pietro Pipi, direttore regionale Cri Veneto e Fvg, sul caso dei 12 autisti-soccorritori che, dopo la causa vinta, per un impasse burocratico, da mesi sono, di fatto, pagati per non lavorare. Ora la Cisal chiederà un incontro a Telesca. Pipi spiega che in questi mesi «di grandissima solitudine», «tragici e incerti» lui «ha ricevuto solo ed unicamente dalla Regione, ed in particolare da Telesca, Marcolongo e Romano, dimostrazione e fatti concreti di attenzione al caso (sociale, umano e lavorativo) nonché disponibilità a verificare e percorrere ogni soluzione utile nell'interesse generale».

Da luglio a oggi, per gli ex precari, come spiega Alessandra Piazzalunga, c'è stato un unico lavoro: «Ci hanno proposto di andare a Jesolo dove dovevano arrivare i profughi. Poi, i profughi non sono arrivati e siamo finiti in cucina, a ripulire la spiaggia... È durata una settimana. Abbiamo fatto intervenire i sindacati». «Con la carenza che c'è in Friuli nel loro settore, li usi come "spazzini" in Veneto? Abbiamo ottenuto il loro rientro immediato - rammenta Raffaella Palmisciano (Fialp) -Erano stati stabilizzati in Friuli, dovevano essere utilizzati qui». «Jesolo? Una vicenda complessa su cui preferisco soprassedere, richiamandomi al patrono dei pubblici dipendenti», dice Pipi. «Assieme a Tommaso Moro, non posso che dire: "Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre"».
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Il Gazzettino