TRIESTE - Fine settimana da incubo e fuga da Parenzo per due coppie di turisti italiani, malmenati in un noto locale notturno della movida istriana e costretti a rientrare...
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«Siamo stati vittime - denuncia il 31enne D. T., ingegnere triestino "capo comitiva" - di una aggressione incredibile. La scorsa settimana con la mia ragazza e un’altra coppia di amici abbiamo deciso di trascorrere un week-end a Parenzo. Venerdì appena arrivati dopo una buona cena di pesce e il tradizionale giro per le bancarelle del porto, abbiamo deciso di fermarci per un ultimo drink prima di andare a letto. Il locale prescelto era il "Saint & Sinner" situato proprio nel centro della località balnerare istriana».
Nel pub il 31enne, in inglese, ha ordinato 4 drink, tre dei quali erano vodka: la barista, una giovane croata, li ha serviti subito, ma lasciando uno dei 3 bicchieri praticamente vuoto. «Ho chiesto spiegazioni in modo assolutamente garbato dicendo che venisse pareggiato il livello di quel terzo bicchiere, peraltro dopo aver pagato - racconta il turista - La barista mi ha detto che il confronto non si poteva fare perchè c'era un cubetto di ghiaccio in bilico. Ho quindi dato un colpetto al bicchiere facendo scivolare il ghiaccio sul fondo e le ho mostrato i bicchieri per confutare la sua tesi. A quel punto lei, sprezzante, ha chiesto da dove venissi. Senza farmi problemi le ho detto che sono italiano. Risultato: lei mi ha riso in faccia ripetendo "Italianiiiiiii"; infastidito da quello sfottò palesemente razzista le ho risposto: ‘I miei soldi però te li sei presi, anche se italiani?’. ‘Guarda che chiamo la security’ ha replicato e io: ‘Chiamala pure, mostrerò anche a loro il bicchiere vuoto’».
Non l’avesse mai fatto: in pochi secondi è arrivato al bancone un gruppo di persone forse anche da fuori del locale.
I 4 italiani vengono soccorsi da altri clienti del locale che erano rimasti sbalorditi: altri due confessano di aver ricevuto pugni per il solo motivo di esser stati nei paraggi, ma di essersi salvati perche hanno gridato: "Siamo croati, noi siamo croati". «A quel punto, ancora intontiti dalle botte non sapevamo cosa fare: andare alla polizia? Non ci fidavamo vista la mala parata: c’era il rischio concreto di venir accusati di chissà cosa, avevamo paura e ci siamo sentiti in un Paese straniero dai metodi non troppo amichevoli. I buttafuori avrebbero potuto trovare falsi testimoni e l’omertà degli altri clienti era un rischio troppo grande. Siamo tornati doloranti a casa, con un labbro gonfio e altri dolori. Con questa mia denuncia spero di salvare la faccia e le ossa dei prossimi malcapitati connazionali».
Le due coppie hanno quindi fatto immediatamente rientro a Trieste: il 31enne - tuttora choccato dall'esperienza vissuta - è peraltro un frequentatore abituale di Parenzo: «I miei genitori mi portavano in campeggio nella zona già 20 anni fa, mai avuto alcun problema, ma l'aggressione di venerdì scorso è stata un'esperienza terrificante che non dimenticherò tanto facilmente».
In serata da Udine un amico del titolare del locale, un istriano di origini italiane, ha smentito la versione dei ragazzi triestini che si sarebbero invece resi responsabili di "scorrettezze": «Non c'è comunque alcun risvolto razzista - conferma il "portavoce" - visto che il titolare è appunto di origini italiane e da sempre ospita turisti provenienti dal nostro Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino