TRIESTE - Nel rione periferico di Ponziana circa il 70% degli alloggi è Ater ovvero case popolari. Di appartamenti vuoti, anche da 20 anni, ce ne sono a centinaia. Questo...
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Anche a Trieste l'emergenza abitativa sta assumendo di giorno in giorno contorni sempre più preoccupanti e c'è chi, come Angela e Livio, ha preso il coraggio a quattro mani decidendo di occupare un alloggio di 30 metri quadri. Angela è mamma di due bambine. Abitavano in una casetta a Muggia, ma a causa del terremoto dello scorso marzo è crollato il piano di sopra (dove si trovavano le camere da letto). La casa era pericolante per dormirci con i figli che sono stati temporaneamente affidati al papà. Improvvisamente senza un tetto sopra la testa e zero risposte dalle istituzioni.
Angela ammette di essere stata costretta ad occupare un alloggio. Pur essendo assegnata all'ufficio del lavoro, la donna è stata inoltre truffata, da quanto racconta, dal suo datore di lavoro che la retribuiva al giorno come parrucchiera senza però pagarle i contributi, fino a scoprire che «il mio Cud non esiste. Ora sono disoccupata e svolgo occupazioni saltuarie come mio marito».
Sono cinquemila le persone in lista d'attesa per un alloggio Ater e secondo l'Assemblea serve "un programma di autorecupero degli alloggi pubblici, autoassegnarsi una casa vuol dire procurarsi un tetto subito e soprattutto vuol dire lottare ancora". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino