Busatto e La Placa alle Hawaii all'assalto dell'Ironman mondiale

Enrico Busatto e Paolo La Placa
Per Paolo La Placa ed Enrico Busatto, quello del prossimo 10 ottobre sarà un sogno che si avvera. Sulle spettacolari isole delle Hawaii, precisamente a Kona, si terranno infatti...

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Per Paolo La Placa ed Enrico Busatto, quello del prossimo 10 ottobre sarà un sogno che si avvera. Sulle spettacolari isole delle Hawaii, precisamente a Kona, si terranno infatti i mondiali di triathlon su distanza Ironman (3,8 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km di corsa). Il dislivello è notevole, circa 1800 metr in bici e 300 metri sulla maratona, con la batterie del nuoto sulle acque impetuose dell'Oceano Pacifico.




Al via quest'anno (su 12 italiani) ci saranno anche due amici di squadre diverse, ma legati da profonda amicizia e compagni di allenamento: il poliedrico imprenditore cittadellese, classe ’72, Enrico Busatto (Mas Triathlon) e l'avvocato bassanese Paolo La Placa, classe ‘74 (A3 Triathlon).



Busatto si è qualificato a marzo in Sud Africa mentre Paolo La Placa ha agguantato la qualifica in Svizzera all'IM di Zurigo nonostante una penalità in bicicletta di 5 minuti. Anno impegnativo per entrambi gli atleti che stanno in questi giorni preparando le gare di avvicinamento a Kona. Enrico Busatto parteciperà infatti al 70.3 di Pola in Croazia mentre Paolo La Placa, unico italiano qualificato sia ai mondiali di 70.3 che su distanza intera, parteciperà a Zell Am See ai mondiali di 70.3 (1,9 km nuoto, 90 in bici e 21 a piedi) che si terranno il 30 agosto.



“Siamo felici dei risultati ottenuti ma sopratutto lo siamo perché saremo insieme il 10 di ottobre a Kona – raccontano i due indomiti amici -. E' un percorso iniziato qualche anno fa (i due hanno già partecipato assieme ai mondiali di 70.3 a Las Vegas) assieme al nostro coach Marco Stradi al quale va il nostro ringraziamento che ha comportato sacrifici, ma anche tante soddisfazioni. Ci siamo allenati con ogni tempo e temperatura, ma sempre divertendoci: non ci prendiamo troppo sul serio, alla fine il nostro lavoro è un altro, e i professionisti girano con altri ritmi. Tuttavia è un sogno che si avvera”.



“Il bello di questo sport è che ha rafforzato i nostri legami – ha aggiunto Paolo -, la mia gara di Zurigo è in parte merito di Enrico che ha trascorso la giornata al telefono con mia moglie presente a Zurigo. Difficile sapere durante la corsa la propria posizione, né dove siano gli avversari. Enrico dava a ogni intermedio la mia posizione e le distanze dai miei avversari permettendomi di gestire mentalmente e fisicamente la corsa. Così facendo ho recuperato i 5 minuti persi con la penalità arrivando 11. di categoria su 400 atleti partecipanti. Non vediamo l'ora di partire assieme agli altri italiani presenti (7 dei quali veneti) risultati tutti molto simpatici e sopratutto muniti di quella umiltà che è sempre più rara in questo sport a certi livelli”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino