«Titolo V, autonomia perduta»

«Titolo V, autonomia perduta»
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UDINE - La modifica del Titolo V della Costituzione e, in particolare, dell'articolo 117 che elenca le materie di competenza dello Stato e delle Regioni «farà in modo che Roma decida e il Friuli Venezia Giulia subisca».

È l'allarme lanciato ieri da Forza Italia Fvg attraverso il coordinatore regionale e deputato Sandra Savino, il capogruppo in Consiglio regionale Riccardo Riccardi e il vice Rodolfo Ziberna, presentando un dossier in cui si fa il punto sulle competenze attuali della Regione Friuli Venezia Giulia e su quelle future stante le modifiche costituzionali. La riforma del Titolo V è all'atto finale: manca solo l'ultima lettura al Senato e, se tutto procede come da voleri governativi, dovrebbe essere licenziata per fine anno. «Il principio sotteso a tale riforma è che l'Italia è tutta uguale, da Catania a Bolzano. Non è così», hanno premesso all'unisono Savino e Riccardi. «Qui - ha rincarato la dose il capogruppo in Consiglio - è evidente la logica centralistica e nel realizzare la riforma non si è tenuto minimamente conto che esiste una questione Settentrionale non eludibile». Con una tavola sinottica, Forza Italia elenca le competenze attualmente in capo alla Regione e la loro sorte dopo che la Costituzione sarà modificata.
«Non mi si dica che c'è la clausola di salvaguardia», ha affermato Riccardi. Infatti, poiché lo Statuto dovrà comunque essere modificato, «le variazioni dovranno essere fatte tenendo presente il nuovo dettato costituzionale ed essere in armonia con esso. Quindi il depauperamento - secondo Riccardi - è chiaro. Senza contare le incertezze che si accumuleranno nel periodo di mezzo». Nell'analisi forzista, «la competenza primaria degli uffici regionali e del trattamento giuridico- economico dei dipendenti regionali (leggi Comparto unico, ndr) si perde; perdiamo la competenza primaria sull'ordinamento degli enti locali; la sanità resta materia concorrente, ma attenuata, perché non mi si può dire come la devo organizzare posto che la paghiamo noi».

Altra spada di Damocle, quella sul sostegno ai settori produttivi, «materia che diventa da concorrente ad esclusiva dello Stato, con buona pace della famosa legge Bertossi e del recente Rilancimpresa». La controproposta? «Serve un'azione politica: siamo pronti a fare un'alleanza con chiunque pur di non cedere a questa deriva», hanno affermato i leader di Fi, lanciando la palla nel campo della Presidenza della Regione:«Debora Serracchiani che fa? Si mette alla guida della difesa dell'autogoverno o sta con Roma?».
Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino