VENEZIA - Potrebbe essere il secondo grande filone dell’inchiesta che sta squassando il Veneto: gli ospedali. Pacchi di carte sono già sotto la lente ed è inevitabile...
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Milione più milione meno, sono 2 miliardi di euro (tra già finanziati e bloccati) da impegnare. I "project" pesanti in Veneto sono stati stoppati, almeno quelli nuovi, visto che i contratti ereditati dalle passate amministrazioni non si toccano. Quelli già iniziati sono stati portati a compimento (a volte le penali pesano più dell’impegno economico complessivo). La giunta Zaia ha concluso quanto ereditato e si è messa di traverso su nuovi progetti.
Uno su tutti il "Protonico" di Mestre, costo complessivo 738 milioni per curare un centinaio di pazienti quando ad un centinaio di chilometri c’è un centro attrezzatissimo. Il Polo, avversato da più parti e sostenuto dalla precedente amministrazione, è stato definitivamente affossato da un’informativa di giunta presentata il 3 ottobre del 2013 dall’assessore Luca Coletto. O ancora di più il faraonico progetto dell’ospedale di Padova, 1 miliardo e 200 milioni per un "project" che doveva rivoluzionare anche la viabilità di una parte della città, maturato ancora con la giunta Galan e che probabilmente mai vedrà la luce visto che, oltre agli stop della Regione, arriveranno pure quelli del nuovo sindaco di Padova Bitonci.
Resta l’Angelo, super costoso ospedale di Mestre, per il quale oltre al "project" si è ereditato pure il "global service": "un pozzo senza fondo" è stato più volte definito. Stop su Padova, frenata sui mega progetti veronesi (l’ospedale della mamma e del bambino), occhi più che attenti sulla "Cittadella" di Treviso anche se in questo caso non si tratta esclusivamente di un progetto di finanza. Ma non basta per levarsi gli sguardi di torno. Le carte sono state raccolte. Tutte.
Il Gazzettino