BELLUNO - È stato probabilmente il caldo afoso che ieri a mezzogiorno si respirava in città, ad uccidere Gianfranco Colferai, 64 anni nato a Belluno, ma da anni residente a...
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Colferai è stato stroncato da un arresto cardiaco poco dopo mezzogiorno, mentre si era seduto sulla panchina per riposarsi. L’allarme è scattato solo alle 13.30. È stata una badante ucraina che assiste una vicina della casa di Colferai a Lambioi, a notare quell’uomo sulla panchina, con il rastrello appoggiato sulla spalla.
Era tornata dalla spesa: in un primo momento non ci ha fatto caso, pensava stesse riposando. Passano i minuti: poi si affaccia dalla terrazza e lo vede nella medesima posizione. Allora corre a chiedere aiuto. Sul posto anche la polizia che ha avuto il compito di contattare la famiglia dell’uomo: la moglie Angela Diana con la quale viveva in via Codemo ad Alano, e il figlio Carlo che stava aiutando nella nuova impresa del negozio di occhialeria che dovrebbe aprire presto a Belluno.
Gianfranco Colferai era poliedrico: aveva lavorato all’Unicredit, in Dolomitibus e La Marca Trevigiana. Dal 2012 in pensione si dedicava anche alla sua passione per le auto dandosi da fare anche come referente provinciale allo sport automobilistico dell’Aci di Treviso. Era stato membro attivo tra il 1990 e il 1993 della cronoscalata dell’Alpe del Nevegal e della cronoscalata Vittorio Veneto-Cansiglio tra 2009-2012. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino