Stamina sotto inchiesta anche a San Marino

Stamina sotto inchiesta anche a San Marino
TORINO - Non solo Torino. Anche l'autorità giudiziaria di San Marino indaga su Davide Vannoni. Il padre della metodica Stamina aveva allestito, sul Titano, un «laboratorio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TORINO - Non solo Torino. Anche l'autorità giudiziaria di San Marino indaga su Davide Vannoni. Il padre della metodica Stamina aveva allestito, sul Titano, un «laboratorio seminterrato abusivo» (dice l'inchiesta piemontese) e «una stanza del tutto inidonea» all'interno di un centro estetico dove praticare le delicatissime operazioni con le cellule staminali. Truffa e somministrazione di farmaci nocivi sono ora le ipotesi contenute nel fascicolo gestito dal commissario della legge Simon Luca Morsiani. Che procede anche contro Luciano Fungi, chirurgo specialista in anestesia: un medico che, in una occasione, per reintrodurre le staminali «con l'utilizzo di un tavolo-scrivania», si fece «aiutare da un addetto delle pulizie come appoggio per il paziente». Particolari da raccapriccio, con i quali i magistrati vogliono fugare ogni dubbio sulla bontà del trattamento Vannoni.

I consulenti del pm Raffaele Guariniello, a Torino, hanno rilevato il 20-25% di casi di «eventi avversi» fra le 101 persone che, correndo rischi che vanno dalla cefalea all'insorgenza di un tumore, furono sottoposte alla terapia. Ma già nel 2009 due medici legali torinesi, Roberto Testi e Daniele Imperiale, si erano accorti che molte cose non quadravano: pronunciandosi sulla morte di Claudio Font, un piemontese affetto da Parkinson e Alzheimer, scrissero che la cura Vannoni non ebbe alcun effetto sul paziente, e soprattutto che fu portata avanti «contro qualsiasi norma di legge e deontologia». Parole che diedero un forte impulso all'apertura dell'indagine da parte dei carabinieri del Nas.

Ieri Vannoni ha annunciato che il 5 maggio riprenderà l'attività agli Spedali Civili di Brescia. Guariniello taglia corto: «Non me ne occupo. Non è una questione di mia competenza». Il direttore del presidio sanitario, Ezio Belleri, dice che «si sta valutando il da farsi: dall'inizio di aprile i clinici hanno comunicato all'azienda di non voler proseguire nella somministrazione del trattamento fino a quando non ci saranno i risultati del comitato scientifico». Anche gli Spedali Civili sono finiti nel mirino di Guariniello: alcuni dirigenti sono indagati. Per riuscire a farsi ospitare nel presidio bresciano, Vannoni non esitò ad «approfittare dello stato di malattia di dirigenti pubblici», come un funzionario della Regione Lombardia affetto da sindrome muscolo scheletrica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino