Trasferimento dei lavoratori a Mestre, è sciopero ad oltranza alla Mcs

Valdagno, lavoratori Mcs in corteo
VALDAGNO – Sciopero ad oltranza. Lo hanno dichiarato le maestranze di Mcs (ex Marlboro). La proprietà del marchio, il fondo Emerisque Brands che lo ha acquistato nell’aprile...

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VALDAGNO – Sciopero ad oltranza. Lo hanno dichiarato le maestranze di Mcs (ex Marlboro). La proprietà del marchio, il fondo Emerisque Brands che lo ha acquistato nell’aprile del 2013 da Valentino Fashion Group, ha deciso di spostare a partire dal 1 settembre la produzione a Mestre e con essa tutti i 101 lavoratori. Concluso senza accordi l’incontro avvenuto nella sede di Confindustria, è scattata la mobilitazione da parte dei lavoratori già scesi in piazza nelle scorse settimane.


«Premettiamo che i lavoratori – ha fatto sapere la Rsu Filctem Cgil – Femca Cisl – Uiltec Uil - sono contrari alla decisione del trasferimento a Mestre, in palese contrasto con l’accordo sottoscritto nel 2013 che ha coinvolto il territorio, i sindaci della vallata, la Regione Veneto e i parlamentari vicentini. Nonostante il disaccordo ci siamo resi disponibili alla trattativa con l’azienda, che ha espresso la volontà di mantenere tutti i posti di lavoro. Ci riteniamo un gruppo coeso e motivato che negli anni ha dato e può dare valore aggiunto al marchio Mcs, ma la proposta ricevuta non è accettabile in quanto ostacola fortemente la possibilità di trasferimento dei dipendenti considerando che il 70% è formato da donne, in gran parte con figli in età scolare.

Riteniamo quindi che una soluzione come quella proposta rappresenti un’offesa alla dignità del lavoro, dei lavoratori e delle loro famiglie. Viene naturale pensare che l’obiettivo aziendale sia il licenziamento collettivo implicito.

Risulta di difficile comprensione come un’azienda così sensibile nelle iniziative di beneficenza verso le persone meno fortunate, sia così poco disponibile nei confronti dei propri lavoratori.

A fronte di questo auspichiamo il proseguimento di una trattativa che porti nuovi elementi sul tavolo e che possa concludersi con un risultato soddisfacente. Per queste ragioni scenderemo in strada lunedì 20 luglio dalle 9.30 alle 11».

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Il Gazzettino