Padre italo-brasiliano forma i giovani sull'immigrazione coi social network

CreAzione corso di in formazione sull'emigrazione per i giovani
BASSANO - Si chiudono martedì 15 settembre le iscrizioni alla seconda edizione di CreAzione, il corso di informazione e formazione organizzato da Via Scalabrini 3, la Pastorale...

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BASSANO - Si chiudono martedì 15 settembre le iscrizioni alla seconda edizione di CreAzione, il corso di informazione e formazione organizzato da Via Scalabrini 3, la Pastorale Giovanile Scalabriniana di Bassano. Un ordine religioso di missionari che, da sempre, si occupa di migranti, integrazione e accoglienza. Un percorso pensato, progettato e creato dai giovani, per i giovani, con l’obiettivo di riflettere, comprendere e confrontarsi su migranti e migrazione.




“Ci incontreremo una volta al mese, il sabato mattina, da ottobre a maggio”, spiega padre Jonas Donazzolo. Trent’anni, brasiliano di origini italiane, è lui, insieme ad un team di giovani collaboratori, il motore e il volto di Via Scalabrini 3.



“Una volta ci dedicavamo a chi lasciava l’Italia per emigrare nelle Americhe. Oggi siamo qui, allo stesso modo, per occuparci di coloro che arrivano dal sud del mondo, dalle guerre, dalla povertà e dallo sfruttamento. Via Scalabrini 3 nasce con l’obiettivo di far riflettere le nuove generazioni su questi fenomeni. Perché diventino ideatori e costruttori di una società in grado di accogliere, apprezzare e integrarsi con le diversità culturali, vero patrimonio del nostro tempo”.



Il marketing sociale di padre Jonas





E per coinvolgere i giovani è il loro linguaggio che bisogna parlare.



“Abbiamo trovato un nome, ideato un logo e aperto il nostro ufficio al mondo tramite i social network. Comunichiamo usando video e immagini. Tramite Facebook, Twitter, Instagram e Youtube. Ma qualunque sia la forma, è il messaggio la cosa più importante. Perché è di tutela della dignità umana che stiamo parlando. Di diritti che “devono” essere uguali per ognuno, al di là di provenienza, razza e cultura. Perché fomentando l’odio, costruendo ghetti e innalzando muri, rischiamo solo di perdere la memoria e ritrovarci in una nuova Shoah. E difenderci da cosa, poi? L’Europa e tutto il mondo occidentale sono affetti da un incredibile cinismo. Per secoli abbiamo sfruttato, derubato e distrutto per il nostro mero interesse economico. E adesso che le nostre vittime, stremate, arrivano fin qui, vorremmo sbattergli la porta in faccia? “Dateci le risorse, ma tenetevi la vostra gente”? Troppo facile. Facile e ridicolo pensare di poter fermare i fenomeni migratori”.



“Non possiamo e non dovremmo nemmeno volere arginare i flussi migratori, perché sono un fenomeno endemico dell’uomo e poi perchè gli stranieri sono innanzitutto una risorsa. Ma per comprendere come e quanto sia vera questa realtà, bisogna prima smontare quello che i politici e i titoli dei giornali urlano incessantemente. Bisogna comprendere innanzitutto quali siano veramente i numeri, le condizioni e le realtà di questa massa umana che si muove alla ricerca di un posto migliore nel mondo.”



E proprio a questo serve CreAzione. “Il significato di questo nome è creare azione. Il percorso è stato ideato principalmente per gli educatori e per chi vuole intraprendere esperienze di volontariato tra i migranti. Ma in realtà è aperto a chiunque perché ciò che vogliamo più di tutto è sensibilizzare, creare una coscienza. Perché è facile commuoversi davanti all’immagine di un bambino morto su una spiaggia. Ma non è il pietismo che risolverà le cose. E passato il momento di commozione tutti torneranno a rifugiarsi negli stereotipi. E allora bisogna tirare su le maniche e darsi da fare. Facendo informazione, analizzando dati reali, ascoltando storie vere dagli uomini e dalle donne che le hanno vissute. E poi, in estate, arriverà il momento del confronto reale. A Foggia, nel ghetto di Rignano dove i migranti diventano poco più che schiavi, tra baracche di lamiera e fogne a cielo aperto, sfruttati come braccianti da caporali senza scrupoli. Nel porto di Genova, dove arrivano i lavoratori migranti delle navi. In Sicilia dove, malgrado tutto, si trova ogni giorno un modo per guardare oltre i confini. E allora succede che ragazzi di vent’anni, ad agosto, anziché andare al mare, fanno le valigie e vengono con noi. Vedono qual è la cruda realtà, si indignano e, tornati a casa, cercano davvero il modo di fare qualcosa. Di creare, di agire, di scuotere le coscienze perché il mondo diventi davvero un posto migliore”.



informazioni: viascalabrini3@gmail.com

tel. 380 7919045 Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino