Sanità, la mappa dei tagli Nel mirino gli ospedali

Sanità, la mappa dei tagli Nel mirino gli ospedali
Mentre si alza il sipario su quella che dovrà essere la nuova riforma sanitaria regionale della sanità, in provincia si inizia a capire quali saranno i tagli ai servizi per...

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Mentre si alza il sipario su quella che dovrà essere la nuova riforma sanitaria regionale della sanità, in provincia si inizia a capire quali saranno i tagli ai servizi per risparmiare. Nessun piano organico già realizzato, ma mettendo insieme le prime indicazioni sulla riforma, alcune dichiarazioni della presidente Debora Serracchiani ripetute più volte e soprattutto dovendo fare i conti i direttori delle Aziende pordenonesi (Ospedale e Ass 6) con i minori trasferimenti, il quadro si sta delineando. E tutti sono destinati a perdere qualcosa. Anche Pordenone. Il primo intervento (annunciato da almeno due anni già dalla giunta Tondo) sarà su Maniago. Dal primo maggio pronto soccorso sulle 12 ore (chiuso la notte), cancellati i posti di Medicina e più spazio a country hospital e riabilitazione. Poche le resistenze anche in considerazione dei numeri dei pazienti, ma ora a grandi passi si prefigura la riqualificazione di Sacile. Quello che era un modello, adesso non va più bene. In questo caso l'obiettivo è duplice: chiusura dei posti di Medicina, riduzione delle prestazioni di radiologia almeno sino a quando non ci sarà un aumento del personale, potenziamento della riabilitazione (mai decollata veramente), consolidamento dei letti di Rsa e maggior certezza dei percorsi assistenziali. In parole povere nessuna urgenza (già ora ce ne sono poche) e nessun posto letto di acuzie. Ma se per questi due "ospedali" il percorso è delineato, nel giro d'aria dei tagli entra alla grande anche Spilimbergo. Con il pensionamento del primario gli interventi di Chirurgia generale sono già ridotti al minimo. Si punta sulla chirurgia ortopedica (ginocchio e anca), ma senza l'assistenza di una terapia intensiva non è da escludere che pure l'anca possa piano piano andare ad esaurimento. Resterà il ginocchio. San Vito è forse il presidio ospedaliero provinciale che rischia meno. Il sindaco Antonio Di Bisceglie ha blindato il suo ospedale e difficilmente ci saranno grandi tagli. Potrebbe essere messa in discussione la chirurgia specialistica di Otorino, così come potrebbe essere ridotta l'attività di Chirurgia generale per lasciare spazio a quella Ortopedica con un incremento della chirurgia dell'anca associata a spalla e ginocchio che già hanno numeri considerevoli. Sotto i riflettori anche il San Giorgio, la clinica privata convenzionata. Il punto nascita è già stato "preso di mira" anche se potrebbe restare attivo almeno sino alla realizzazione del nuovo ospedale, ma anche la Chirurgia specialistica potrebbe ridurre l'attività. L'obiettivo è di fare del San Giorgio un polo di riabilitazione post intervento. C'è spazio per questo tipo di convenzione. Infine il Cro di Aviano. Con il dipartimento provinciale oncologico il centro di riferimento acquisisce maggiore controllo sugli interventi chirurgici che ora sono sparsi su più ospedali. Potrebbe diventare unico polo per stomaco e polmone e insieme alla chirurgia di Pordenone drenare dagli altri ospedali tutti gli interventi chirurgici tra cui mammella e colon.

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ALLE PAGINE XIV E XV

LA RIFORMA REGIONALE

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