SAN PIETRO DI CADORE - Da un lato la posizione processuale dell'ex sindaco di San Pietro di Cadore, Silvano Pontil Scala, che peggiora sempre più e che vedere altri...
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Dall’altro, la sensazione di una "guerra" intrapresa senza motivo contro i gestori della malga Dignas, con un astio forse risaputo.
Ne ha fatto cenno ieri in aula in tribunale a Belluno anche il caporegola di Costalta, Silvano Eicher Clere, sentito come teste.
Ma quelle dichiarazioni sono state solo uno dei colpi di scena del processo che vede alla sbarra l’ex primo cittadino Silvano Pontil Scala, (difeso da Simona Ianese) con l’accusa di abuso d'ufficio per alcune delibere considerate arbitrarie dai gestori della malga Dignas, Elvio e Giovanni Casanova Borca, parti civili (avvocato Raffaella Mario). Al centro della vicenda la strada silvo-pastorale della Val Visdende, e il tratto La Fitta-Bivio Ciadon, prima aperta al traffico, poi limitato per motivi di sicurezza con ordinanze urgenti del sindaco Pontil Scala.
L’udienza di fronte collegio giudicante, presieduto da Antonella Coniglio è durata 7 ore. Prima il racconto della gestore della malga, poi il responsabile dell’area tecnica di San Pietro, la ricostruzione del maresciallo dei carabinieri di Santo Stefano, Alibrandi e infine la "bomba", ovvero la deposizione choc della vigilessa del comune, Patrizia Bertola. Ha raccontato dell’aggressione verbale subita da parte di Pontil Scala e denunciata ai carabinieri, della quale sarebbe stata vittima prima dell’udienza del 28 gennaio in cui avrebbe dovuto testimoniare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino