Indifferenza per imprenditore suicida per la crisi: «Lì già ballano il tango»

Il negozio di Giovanni Ponzio
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ROVIGO - «Ho letto di un imprenditore morto suicida per colpa della crisi. E il primo pensiero è stato portare un mazzo di fiori davanti alla sua azienda. Pensavo di trovarne altri. Invece, zero assoluto. E dall'altra parte della strada da una scuola di ballo arrivava musica a tutto volume. Una vergogna».




È la testimonianza di un imprenditore di Boara che ieri ha dedicato un pensiero, qualche minuto della sua vita e una manciata di euro al ricordo di Giovanni Ponzio, 54 anni, l'imprenditore trovato morto nella sua azienda di via Chiarugi.



Secondo i primi accertamenti si sarebbe tolto la vita. Probabilmente per le ripercussioni che la crisi aveva sulla sua attività. Ponzio era una persona conosciuta, in città. Un grande lavoratore, col quale tanti avevano avuto a che fare. Restando sempre soddisfatti dal punto di vista professionale e umanamente colpiti dalle sue qualità.



Ma la tragedia della sua morte è stata - secondo questa testimonianza - accolta con grande indifferenza. «Davanti a quella vetrina - continua infatti l'imprenditore - non c'era un fiore, nulla. Lo ripeto: una vergogna».







Intanto proseguono gli accertamenti sull'accaduto. I rilievi della scientifica paiono avere confermato oltre ogni possibile dubbio la tesi del suicidio. L'ultima parola spetterà alla Procura, nella persona del sostituto Davide Nalin. Allo stato non è ancora arrivato il nulla osta per la celebrazione delle esequie. Una decisione definitiva su eventuali accertamenti da disporre dovrebbe arrivare domani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino