Commando assalta banca nella notte ​Blitz di due minuti: «Erano veneti»

Commando assalta banca nella notte ​Blitz di due minuti: «Erano veneti»
ROMANO D'EZZELINO (Vicenza) - Un botto impressionante, cinque minuti prima delle 3 di notte, in via Roma, a due passi dalla chiesa parrocchiale di Romano Alto. ...

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ROMANO D'EZZELINO (Vicenza) - Un botto impressionante, cinque minuti prima delle 3 di notte, in via Roma, a due passi dalla chiesa parrocchiale di Romano Alto.




Un botto sentito nel raggio di almeno un chilometro. Il paese che si sveglia per l'esplosione e per le sirene lancinanti e tanta gente che si affaccia e osserva la scena: tre uomini incappucciati sfondano la porta della filiale della Banca Popolare di Marostica, tra colonne di fumo, e poi fuggono su una station wagon scura in direzione di Bassano. Una specie di kommando all’assalto dei soldi.



Professionisti, azione pianificata con cura e portata a termine con velocità e precisione.

Erano veneti, spiega qualcuno dei testimoni, nella concitazione del momento si aggiungono particolari tutti da controllare, evidentemente si è ascoltata anche qualche parola. «Ndemo fora, ndemo fora» avrebbe sentito qualcuno, l'incitazione a filarsela in velocità.



L’attacco col gas al bancomat nella notte è stato quasi un’azione di guerriglia. Erano già pronti a entrare nella filiale, dopo aver forzato la porta con un piede di porco, per raccogliere la cassetta dello sportello automatico “sparata” dallo scoppio all’interno, contenente sì e no 20-30 mila euro.



Poi la fuga, e per un pelo non c’è stato il contatto con i carabinieri. Una pattuglia era lì vicino, ed è piombata sul posto, ma per questione di secondi non ha incontrato i banditi.



«L’allarme è partito alle 2.56 e io ho ricevuto la chiamata dei carabinieri alle 3 in punto – racconta il direttore della filiale, Marzola – quindi in due o tre minuti hanno eseguito il lavoro».



Danni dappertutto, nel vicino bar Roma, chiuso a quell’ora, lo spostamento d’aria ha fatto aprire gli armadi e crollare a terra bicchieri e bottiglie.



Marzola, che vive a Marostica, è arrivato alla banca alle 3.20, c’erano macerie dappertutto. «Sono rimasto qui fino alle 7, ho iniziato a fare le pulizie, un po’ di banconote le ho recuperate già io sotto i detriti» racconta mentre la filiale è un cantiere, con squadre di operai, falegnami e fabbri per le riparazioni. Una lastra d’acciaio è stata fissata a coprire il buco del bancomat.



Chi ha visto, dalle finestre, non vuole che si faccia il suo nome. «Sapevano che li vedevamo ma non gliene fregava niente» dicono. Una normale notte di paura a Romano. Nell’ottobre di due anni fa ci avevano già provato, avevano forzato l’esterno del bancomat, ma poi avevano desistito.

Stavolta gli hanno preso le misure. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino