Filma l'ex moglie nel bagno: «Paga 7mila euro o metto il video sul web»

Filma l'ex moglie nel bagno: «Paga 7mila euro o metto il video sul web»
BELLUNO - Estorsione? «Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violazione della privacy». È cambiata l’accusa per il 45enne di Puos nell’udienza in tribunale a...

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BELLUNO - Estorsione? «Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violazione della privacy». È cambiata l’accusa per il 45enne di Puos nell’udienza in tribunale a Belluno dei giorni scorsi. L’uomo cadde nella trappola dei carabinieri organizzata, dopo la denuncia della vittima.




A metà luglio 2014 finì in manette per estorsione aggravata perché avrebbe minacciato di pubblicare su Internet immagini intime della ex, se lei non pagava 7mila euro. Ore e ore di riprese di lei in bagno, in doccia, lei mentre si cambiava, mentre era nei momenti più intimi. «Un’arma» di ricatto acquisita dal 45enne da maggio a luglio del 2014 posizionando delle telecamere nella casa della donna con cui aveva convissuto per 9 anni. Poi ha fatto scattare la sua trappola: usando quelle riprese video per un ricatto sexy. «O mi dai 7mila euro che mi devi o metto tutto in rete», le ha detto. La donna racconta tutto ai carabinieri e alla fine in trappola ci finisce lui. E con il 45enne finisce nei guai anche la prima ex moglie, alla quale l’uomo aveva consegnato il supporto informatico con i filmati: è accusata di favoreggiamento.

Nell’udienza preliminare che c’è stata nei giorni scorsi in tribunale a Belluno però l’accusa di estorsione per il 45enne è caduta, con grande sorpresa della donna spiata per giorni (assistita dall’avvocato Laura Vittoria De Biasi). Il pm Simone Marcon ha dato l’assenso al patteggiamento, come proposto dalla difesa dell’imputato (studio Maurizio Paniz) con la derubricazione del reato di estorsione e violazione di domicilio in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Non si è espresso il giudice Federico Montalto che ha disposto il rinvio all’udienza di maggio, quando comunicherà la sua decisione. La ex moglie che aveva custodito i filmati (difesa dall’avvocato Botteon) ha scelto l’abbreviato per l’accusa di favoreggiamento e si discuterà sempre nell’udienza di maggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino