VENEZIA - La Giunta regionale del Veneto si è riunita stamane in via straordinaria dando mandato all'Avvocatura regionale, supportata dal professor Luca Antonini, ordinario...
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«Abbiamo voluto con forza questo ricorso perché la città metropolitana si delinea come l'ennesimo, inutile e incostituzionale carrozzone - commenta il presidente Luca Zaia -. Gli effetti della legge Delrio saranno paradossali: il primo e più evidente sarà che l'intera popolazione della provincia di Venezia si troverà ad avere come proprio sindaco metropolitano quello della città capoluogo, senza averlo né scelto né democraticamente eletto. Una sorta di supercommissario che lavorerà, è evidente, nell'interesse prevalente di chi lo ha eletto e non degli abitanti di tutto il territorio metropolitano». «
Siamo di fronte - conclude Zaia - a una violazione evidente dei diritti di rappresentanza dei cittadini della provincia di Venezia. Una riforma allucinante e aberrante».
La legge, osserva la giunta veneta, prevede l'istituzione di nove città metropolitane, tra cui quella di Venezia, con un territorio corrispondente a quello della precedente provincia. Sia per la città metropolitana che per le province rimanenti la legge istituisce inoltre degli organi di governo di secondo grado, ossia votati dai sindaci e dai consiglieri comunali eletti nei Comuni compresi nel territorio provinciale e della città metropolitana. Le contestazioni proposte dal Veneto si incentrano soprattutto sul fatto che la istituzione di una città metropolitana deve essere effettuata a mezzo di una procedura costituzionale che veda una azione propulsiva delle comunità locali e la partecipazione delle Regioni, aspetto che invece la nuova legge ha del tutto trascurato.
Inoltre, la legge, nel prevedere che la città metropolitana coincida con il territorio della provincia, contempla anche per i comuni capoluogo limitrofi la possibilità di aderirvi. Anche in tal caso, sostiene il Veneto, senza consultare le popolazioni interessate, ma prevedendo che, anche qualora la Regione interessata esprima parere contrario alle proposte di adesione formulate dai Comuni, sia il Governo a intervenire proponendo al Parlamento un disegno di disegno di legge contenente le modifiche territoriali di province e città metropolitane.
A parere della Giunta veneta, questa metodologia non sarebbe rispettosa dell'articolo 133 della costituzione.
Il Gazzettino