TRIESTE - Nuove disposizioni, stringenti e dettagliate, per tutelare il pubblico dipendente (ma anche il consulente incaricato di pubblico servizio) che segnali ai superiori...
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Il provvedimento regionale si richiama esplicitamente alla legge nazionale 190 del 6 novembre 2012 ma anche al Piano nazionale anti-corruzione varato dall’Autorità nel settembre dell’anno scorso. La norma nazionale, alla quale le regole del Friuli Venezia Giulia si ispirano in toto, prevede che «il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia». Un aspetto decisivo è che «nell'ambito del procedimento disciplinare l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione».
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Il Gazzettino