Regionali, nel Lazio scoppia il caso schede M5S. Grillini annunciano ricorsi

Barillari
ROMA - Nel Lazio scoppia il caso schede sollevato dal Movimento 5 stelle, con il candidato Davide Barillari che chiede l'intervento del ministro Cancellieri. «Siamo pronti a fare...

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ROMA - Nel Lazio scoppia il caso schede sollevato dal Movimento 5 stelle, con il candidato Davide Barillari che chiede l'intervento del ministro Cancellieri. «Siamo pronti a fare ricorso», rende noto il Movimento. Il caso nascerebbe da «migliaia di schede» che i presidenti di seggio stanno annullando nel Lazio perché «gli elettori nello spazio della preferenza hanno scritto Grillo». L'indicazione del nome, però, invalida il voto.




«Ricorreremo in tutte le sedi», spiega Alessandro Canali, avvocato del M5S del Lazio annunciando l'intenzione di contestare «le migliaia di schede» annullate in decine di seggi. «Arrivano centinaia di segnalazioni per migliaia di voti - spiega - Ci appelliamo alla legge 108 del '68. Essendo Grillo parte del nome del Movimento, è evidente che la volontà dell'elettore è chiara. Per noi si tratta di un rafforzativo». «Ci appelliamo a tutti i rappresentanti di lista per contestare le schede nulle», conclude Canali.



Barillari.
«Si invitano le competenti Autorità a fornire specifiche indicazioni e chiarimenti ai Presidenti delle sezioni elettorali», scrive Davide Barillari chiedendo l'intervento del ministro dell'Interno Cancellieri. Il candidato 'a cinque stelle' ha inviato un fax alla Commissione Elettorale Regionale presso la Corte di Appello di Roma, alle Commissioni Regionali Provinciali presso i Tribunali di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo, Rieti; e al Ministro degli Interni. Barillari cita inoltre il precedente della presenza del nome di Silvio Berlusconi su alcune schede elettorali alle precedenti elezioni.



La precisazione della Cancellieri. «Il ministero dell'Interno non ha competenza, il dominus è il presidente di seggio che decide. Se il candidato non è soddisfatto può ricorrere al Tar», ha risposto la Cancellieri.



«Comunque sarebbe un successo».
Detto questo, arrivare terzi nel Lazio «per noi comunque sarebbe un successo», ha precisato Barillari. «Stiamo influenzando gli altri partiti: abbiamo dimostrato che possiamo fare politica a costo zero, possiamo rinunciare ai finanziamenti pubblici - ha detto parlando con i giornalisti - possiamo tagliarci lo stipendio e abbiamo chiesto anche agli altri partiti di farlo ma nessuno lo ha fatto. Siamo arrivati con un voto altissimo, popolare, per noi già questo è un risultato enorme. Saremo determinanti in tutta la politica italiana».



Zingaretti.
Intanto il centrosinistra guarda già al dopo-voto: «Come ci rapporteremo con i grillini in Regione Lazio? Normalmente. In Regione ci sarà un governo con una maggioranza. Anche loro dovranno rapportarsi con noi», ha detto il coordinatore del comitato elettorale di Nicola Zingaretti, Massimiliano Smeriglio, nel corso della maratona per seguire l'andamento dello spoglio delle schede delle Regionali del Lazio al Tempio di Adriano a Roma. «La novità di queste ore - ha proseguito - è che il M5s è diventato una forza politica. Non possono continuare a tirare metaforicamente pietre sul palazzo, perché nel palazzo ci sono anche loro. Quando noi proporremo argomenti come i beni comuni, l'acqua pubblica, la cultura per esempio, vogliamo vedere i grillini come si comporteranno. In Sicilia stanno facendo bene, seguono, stanno dentro l'ambito di governo del presidente Crocetta. Rischio di una maggioranza risicata? Il rischio - ha risposto Smeriglio - è dovuto al sistema elettorale che elegge cinquanta consiglieri. Si può governare anche con due consiglieri di maggioranza, come ha fatto per otto anni Vendola in Puglia».



Ruotolo. Sul netto vantaggio di Zingaretti in Regione, Ruotolo, candidato di Rivoluzione civile, sostiene che abbia influito la paura di Storace e la campagna del voto utile. E commenta: «Ora il consiglio regionale è composto da 50 consiglieri, se Zingaretti vince, entra con il suo listino, ma sono solo 10, quindi per lui sarà difficile governare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino