Evasione fiscale e doping assolto Rebellin

Evasione fiscale e doping assolto Rebellin
VICENZA - Non gli verrà restituita la medaglia olimpica di Pechino, e neanche saranno cancellati i duri verdetti della giustizia sportiva. Ma la decisione dei giudici di Padova...

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VICENZA - Non gli verrà restituita la medaglia olimpica di Pechino, e neanche saranno cancellati i duri verdetti della giustizia sportiva. Ma la decisione dei giudici di Padova gli toglie molti problemi. La giustizia italiana ha assolto Davide Rebellin, 45 anni, ciclista ancora molto attivo e attualmente in gara in Turchia con maglia polacca.




Nato San Bonifacio (Verona) cresciuto a Lonigo (Vicenza) e con residenza a Galliera Veneta (Padova), Rebellin nel novembre del 2009 si era visto strappare dal collo dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) l'argento olimpico conquistano l'anno prima a Pechino secondo i suoi accusatori grazie ad un aiutino di Epo. Sul fronte fiscale all'atleta era stato contestata un'evasione di 2 milioni e mezzo di euro quando tra il 2002 e il 2007 era residente nel Principato di Monaco ma per l'accusa era di fatto sempre a Galliera vivendo nella villa dei suoceri.

Assoluzione in primo grado e ora potrà solo esserci impugnazione da parte del Pm.



In attesa delle motivazioni, l'avvocato Antonino De Silvestri spiega che l'assoluzione è stata su tutta la linea: "Ho dimostrato che la residenza reale di Rebellin è a Monaco, dove peraltro possiede numerosi immobili. L'accusa diceva che era residente a Galliera perché lì vive la moglie, ma abbiamo dimostrato che lui è all'estero per la metà dell'anno".



Poi il capitolo doping, sul quale c'è il particolare curioso che il Coni, che chiedeva la condanna e 500 mila euro di risarcimento, non ha prodotto il lodo del Tas. La difesa tecnica dell'imputato è stata principalmente contro l'automatica trasposizione del lodo nel diritto italiano: "Quella è una sentenza di un ente non governativo e di diritto svizzero - argomenta De Silvestri - e non si può far valere nel nostro diritto penale. Inoltre il principio della colpevolezza, per il giudice italiano, è da affermare 'al di là di ogni ragionevole dubbio', quando invece per un giudizio del Cio può bastare un 'confortante convincimento'. In più al processo il lodo del Tas nemmeno si è visto".



Nel merito del doping inoltre il legale ha sollevato molte obiezioni sulla catena di custodia dei campioni di sangue del ciclista, che hanno viaggiato da Pechino a Losanna a Parigi. Quindi altre obiezioni sulla mancanza di prove certe.



È stata assoluzione. Che farà risparmiare forti risarcimenti e accertamenti della Gdf all'atleta, oltre all'anno di pena previsto per ciascuno dei due reati e alle sanzioni pecuniarie.



Intanto Rebellin è leader di classifica al Giro di Turchia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino