Questa è la storia del collaudo dei collaudi, un incarico affidato a degli esperti per verificare che il Mose, quando sarà finito, funzioni. E' il collaudo...
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Al centro di tutto c'è il Mose, il sistema di paratie mobili che sarà pronto per il 2016 e funzionante dal 2017. Un'opera imponente - lavori iniziati nel 2003, costo complessivo 5493 milioni di euro - che non ha uguali in Italia, forse neanche in Europa, tant'è che si è proceduto a pezzi e per ogni pezzo si è provveduto a fare il collaudo. Va precisato che i collaudi li fa una commissione composta da 2, 3 anche 4 persone. Commissioni ce n'è più di una, ma sono praticamente le stesse a turnarsi. Gli incarichi li dà il Magistrato alle Acque, i compensi li paga il concessionario, cioè il Consorzio Venezia Nuova cui, in base alla convenzione stipulata a suo tempo, spetta il 12 per cento dell'importo dei lavori.
E veniamo ai collaudi. Posto che non c'è un elenco complessivo degli incarichi affidati (il Magistrato alle acque evidentemente si sente esonerato dagli obblighi di pubblicare i dati, il sito neanche presenta la sezione amministrazione trasparente), è invece noto che i membri delle commissioni sono quasi sempre alti funzionari dello Stato o di società statali. I nomi di Ciucci e di Fortunato, come peraltro di Pietro Buoncristiano (Anas, oggi ad della società Cav che gestisce il Passante) o dell'ex presidente della Società autostrade Vincenzo Pozzi, sono ricorrenti. Con compensi per i singoli collaudi variabili: si va da 14mila euro a 23mila, con punte che sfiorano i 100mila euro.
Tant'è, l'anno scorso, il Magistrato alle Acque, presidente Ciriaco D'Alessio, assegna a tre esperti l'incarico di fare il collaudo dei collaudi. Bisogna, cioè, verificare che tutti i pezzettini di Mose finora realizzati e collaudati, una volta messi assieme funzionino. Il Mose di fatto è già finito, mancano le cosiddette opere complementari, quindi si decide di procedere. Il Magistrato sceglie tre esperti. Uno è Pietro Ciucci, 64 anni, romano, dal 2006 presidente dell'Anas, già componente di commissioni che hanno eseguito collaudi per il Mose. Il secondo è Vincenzo Fortunato, 57 anni, già capo di Gabinetto del ministero delle Infrastrutture piuttosto che dell'Economia. Il terzo è un dirigente della Regione Veneto che, però, non controfirma l'incarico: in pratica, non lo accetta. Quanto al compenso, a carico del Consorzio Venezia Nuova (che peraltro ancora aspetta di sapere se una volta entrato in funzione avrà la gestione del Mose per i primi anni), non sono bruscolini: si parla di 400mila euro a testa. Avessero accettato tutti e tre, sarebbero stati un milione e 200mila euro. Di sicuro che almeno 800mila euro complessivi per Ciucci e Fortunato. Si racconta che, secondo alcuni, fosse un importo addirittura esiguo.
Nel frattempo, al Magistrato alle Acque si cambiano i vertici. Il 30 aprile 2013 va via D'Alessio, e solo dopo oltre tre mesi, all'inizio di agosto, il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi nomina il nuovo presidente: Roberto Daniele. Nel "Palazzo dei X Savi", a Rialto, così come nella sede del Consorzio Venezia Nuova, arrivano rumors di perplessità sul collaudo dei collaudi affidato a Ciucci e Fortunato. Si parla anche di richieste di pareri legali sulla legittimità e sull'opportunità dell'incarico. Fatto sta che l'operazione, peraltro a quanto risulta mai partita, viene revocata. La decisione non piace a Ciucci e Fortunato. Che prima si lamentano informalmente e poi si affidano allo studio legale di Roma del professor Gennaro Terracciano, per impugnare la revoca dell'incarico. Così viene presentato il ricorso al Tar del Veneto.
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Il Gazzettino