«Caro prefetto, sui profughi decidiamo insieme»: i sindaci chiedono centralità

Profughi a Schio
SANTORSO – Sul fronte profughi i sindaci dell’Alto Vicentino intendono fare “cartello” per trovare con il Prefetto di Vicenza un solido accordo per gestirli con...

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SANTORSO – Sul fronte profughi i sindaci dell’Alto Vicentino intendono fare “cartello” per trovare con il Prefetto di Vicenza un solido accordo per gestirli con raziocinio, partendo da limiti numerici. 28 sindaci o loro delegati (su 32 dell’area) si sono trovati a Santorso, ospiti del primo cittadino Franco Balzi che è il promotore del progetto Sprar Alto Vicentino (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati).




I convenuti da Balzi hanno discusso del problema profughi con il vice Prefetto vicario Massimo Marchesiello per trovare assieme una soluzione definitiva, possibilmente entro la fine di agosto.



Quello che è certo è che sarà modificato il “Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e rifugiati nella Provincia di Vicenza” che prevede l’assegnazione di un profugo ogni mille abitanti per Comune firmatario, con un minimo di due. Con il nuovo protocollo che è in fase di stesura i sindaci si siederanno accanto al Prefetto per stabilire le modalità dell’assegnazione dei profughi nelle strutture di accoglienza sparse sul territorio, con almeno 3 o 4 migranti per struttura in modo da evitare una loro ghettizzazione.



Sindaci e Prefetto dovranno stabilire i tempi di permanenza in una struttura e come impegnare i profughi in lavori socialmente utili o altro. Franco Balzi è fiducioso sulla bontà del nuovo protocollo. “Considerando che opporsi all’accoglienza è inutile perché ci viene imposta dall’alto - spiega -, il nostro accordo deve rendere l’emergenza meno drammatica e quindi chiediamo alla Prefettura di collaborare con un numero sostenibile di profughi per ogni Comune, di mettere i sindaci a capo della gestione dell’accoglienza nei rispettivi Comuni e di elaborare strategie condivise per fare fronte unico al problema. Le cooperative che si occupano dei profughi potranno collaborare con le famiglie che si offrono volontariamente per ospitare nelle loro case dei migranti. Abbiamo chiesto un aiuto pure alle parrocchie”.

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Il Gazzettino