UDINE - Udine per le aggregazioni, e Pordenone alza la Linea Maginot sul Tagliamento. Opponendo un chiaro no al progetto di Confindustria unica del Fvg portato avanti dal...
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Documento. In aperta antitesi con la linea udinese quella del presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti. A fianco del quale scende compatto tutto l'esecutivo degli industriali pordenonesi, con un documento approvato all'unanimità ieri dalla giunta provinciale dell'associazione. «Così come ieri, gli imprenditori di oggi - si legge nel documento, corredato dalle firme dei 47 imprenditori componenti della Giunta - non accetteranno sommarie semplificazioni che compromettano autonomia e identità del territorio». Dove le «sommarie semplificazioni» sono un chiaro riferimento alla necessità di aggregare sostenuta da Udine. Necessità che Pordenone vive come una sorta di assedio che minaccia, ancor prima delle associazioni di rappresentanza, un vasto fronte di enti e organismi che va dalle Prefetture alle Fiere e alle Camere di Commercio.
Difesa. Dopo la lettera-appello al Governo di un paio di settimane fa, sottoscritta da tutte le categorie produttive provinciali in difesa della permanenza delle istituzioni statali sul territorio, Unindustria prende dunque la parola come solista, non soltanto per ribadire un'identità territoriale che Pordenone sente «minata», ma anche per sostenere la linea Agrusti nel dibattito interno alla Confindustria regionale. Non a caso il documento di ieri è stato firmato all'unanimità, non a caso cita il ruolo centrale avuto dagli imprenditori del rivendicare, a tutti i livelli, un ruolo autonomo della Destra Tagliamento.
Udine «egemone». La difesa del territorio, per Agrusti & C, passa necessariamente anche attraverso il mantenimento dei presidi di categoria. E la riforma Pesenti di Confindustria nazionale, che prevede le regioni come livello di riferimento? E il protocollo pro-aggregazione firmato dalle associazioni provinciali a cui si richiama Udine? Per Pordenone quell'intesa non parlava di una Confindustria unica del Fvg: «La configurazione che era stata decisa - si legge nel documento firmato ieri - prevede il livello regionale deputato ai rapporti con la Regione e con le istituzioni, mentre i presidi territoriali, rimasti tre dopo l'unificazione delle sedi di Trieste-Gorizia, devono avere un ruolo di rapporti operativi con le imprese. I veri risparmi si fanno sulla gestione congiunta dei servizi». Proprio quei servizi sui quali Pordenone si prepara a firmare le prime intese col Veneto, a partire da quella sulla formazione in cantiere con Treviso: non una novità assoluta, per una provincia che già a livello di Confidi ha stretto alleanze con la Marca, ma una linea che oggi è chiaramente tesa a sparigliare (e rinviare) il dibattito sulla Confindustria Fvg.
Riccardo De Toma
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Il Gazzettino