Rubati i pali della pista ciclabile «C'è ci fa legna per l'inverno»

La ciclabile senza i pali di legno
ROVIGO - A Rovigo c'è chi ruba le palizzate della ciclabile per "far legna" da ardere in inverno. Ladri per necessità, si direbbe, che fanno il paio con i vandali che per...

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ROVIGO - A Rovigo c'è chi ruba le palizzate della ciclabile per "far legna" da ardere in inverno. Ladri per necessità, si direbbe, che fanno il paio con i vandali che per puro divertimento, danneggiano le opere pubbliche. Così da tempo la pista per i cicli che porta dalla stazione a Boara, è diventata pericolosa per gli amanti delle due ruote ecologiche. E il Comune corre finalmente ai ripari. Lo annuncia l'assessore ai Lavori pubblici Gianni Saccardin. «Abbiamo reperito i 10mila euro necessari per sistemare la palizzata che separa la pista dal vicino canale. Purtroppo spariscono i pali di legno, visto che qualcuno li ruba, probabilmente per fare fuoco in casa in inverno. Così tocca al Comune ripristinare la sicurezza, oltre che il decoro. I lavori partiranno dopo le ferie».


D'altro canto, basta fare un giro per la ciclabile per capire com'è la situazione: se non si sta attenti, si rischia di finire nel canale, visto che la palizzata è ormai completamente assente. Resiste solo dove il legno è fissato al suolo con il cemento.

Il primo stralcio della ciclabile, quello interessato da furti e vandalismi, è stato progettato al tempo del sindaco Avezzù e completata dal successore Merchiori. Il primo tratto era compreso nel Piruea Zarattini. Il secondo stralcio, quello che ha inizio da via Zuccherificio e termina su via Bezzecca, non costeggia più il canale e il nastro l’aveva tagliato quattro anni fa il sindaco Bruno Piva, ma la pista era stata finita da quella precedente durante la campagna elettorale, non inaugurata, ma usata comunque.


Tronando al primo tratto, i problemi non sono mancati. La staccionata che separa la pista ciclabile dal canale che la costeggia è stata letteralmente razziata negli anni, creando anche un serio pericolo per i ciclisti che rischiano di finire a mollo nello scolo sottostante. I motivi sono i più disparati. I residenti assicurano di aver visto numerosi ragazzini che per passare il tempo staccavano i pali per gettarli nell’acqua, altri invece sono stati portati via da qualcuno forse come legna da ardere, o per fare dei lavori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino