In seimila di corsa sul Vajont per non dimenticare la tragedia

In seimila di corsa sul Vajont per non dimenticare la tragedia
LONGARONE - Ogni anno è un’emozione che si rinnova. L’emozione della pedonata sui Percorsi della memoria, la non competitiva che abbraccia i luoghi del Vajont....

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LONGARONE - Ogni anno è un’emozione che si rinnova. L’emozione della pedonata sui Percorsi della memoria, la non competitiva che abbraccia i luoghi del Vajont. Pedonata, corsa podistica, gara? No, diamo la giusta denominazione all’appuntamento che anche ieri ha richiamato in territorio longaronese oltre seimila iscritti: è un evento.


EVENTO - Sì, un vero e proprio evento, capace di richiamare atleti che strizzano l’occhio all’agonismo e corrono prestando attenzione al cronometro, ma anche semplici amatori; donne e bambini; ragazzi e adulti; intere famiglie con passeggini al seguito, portatori di handicap e persino un cagnolino. Arrivano da ogni angolo del Bellunese, da 44 province e 12 regioni italiane (comprese le isole: Sardegna e Sicilia), addirittura dall'estero. Non sono mancate, infatti, delegazioni da Spagna, Germania e pure dalla Norvegia. Per la gioia di Renato Migotti, deus ex machina e ideatore della podistica non competitiva: «Il bilancio è ultrapositivo - rivela il presidente dell’associazione Vajont, il futuro della memoria - anche grazie all’eccezionale giornata di sole. I sentieri erano asciutti e non ci sono stati incidenti di rilievo».



ISCRIZIONI - Anche stavolta le richieste di prendere il via alla corsa sono arrivate a getto continuo: «Le iscrizioni sono chiuse per raggiunto limite già da una settimana. La formula on-line si è rivelata vincente, anche perché ci permette di sveltire l’intera procedura». In termini di partecipanti, nel territorio bellunese, non c’è un’altra iniziativa di questo tipo capace di raccogliere una simile unanimità di consensi. E numeri così roboanti: lo scorso anno, in occasione del 50. anniversario del disastro, al via erano addirittura in ottomila, mentre in quest’edizione, la nona, gli organizzatori hanno deciso di abbassare di duemila unità la soglia degli atleti in corsa per motivi di sicurezza.

LA GARA - Tutti di corsa, quindi, lungo tracciati ricchi di storia come la vecchia strada del Colomber, le gallerie, il ponte canale, la cava dei Pascoli, il coronamento della diga, fino ad attraversare la frana del Toc e transitare per la vecchia Erto e il Trui dal Sciarbon, salendo poi a Casso, fino a scendere a Codissago per il Troi de Sant’Antoni. E raggiungere Longarone per la zona Malcolm. A tagliare per il primo il traguardo (premiati solo gli atleti che hanno affrontato il percorso di 17 km) è stato Livio De Paoli, seguito da Christian Cenedese e Marco Zago. A livello femminile, successo di Sarà Tome, davanti a Chiara Ladini e Irene Fagherazzi.


CURIOSITÀ - Tantissimi i protagonisti speciali: a cominciare dalla piccola Elisa De Cesero. Nata solo lo scorso mese di marzo era già in gara in braccio del papà. I meno giovani al via nella pedonata, invece, erano entrambi del 1936: Bruno Brollo di Azzano Decimo e Aurora Dal Pan di Trichiana. In barba alla carta d’identità, hanno affrontato il percorso con una determinazione da far impallidire i più giovani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino