Partecipate, mozione in Regione

Partecipate, mozione in Regione
UDINE - La retromarcia del sindaco sulla dismissione delle...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
UDINE - La retromarcia del sindaco sulla dismissione delle partecipazioni societarie del Comune fa partire il centrodestra al contrattacco e la mozione presentata ieri in consiglio comunale, bocciata dalla maggioranza, finirà sui tavoli della Regione. Il documento sulla razionalizzazione delle partecipate presentato da Furio Honsell, in controtendenza con la precedente delibera della giunta e con il parere contrario di due dirigenti e del segretario generale, ha scatenato la polemica da parte del centrodestra che, in una mozione d'ordine, ha ritenuto non accoglibile la comunicazione del sindaco. «Le partecipazioni sono già state filtrate nel 2011 e abbiamo dismesso quelle non strategiche», ha detto Honsell. Allo stato attuale, «due sono microinvestimenti in istituti di credito e possiamo dismetterli in qualunque momento», ha proseguito. Quelle che figurano come servizi pubblici, ha aggiunto, non si toccano, ovvero Net, Cafc, Ssm, Hera, Saf, ma dagli uffici di Palazzo D'Aronco era arrivato il parere per la dismissione di Udine mercati, Udine e Gorizia fiere, Ditedi, Friuli Innovazione e le due banche; verso queste società Honsell ha spiegato di aver fatto una proposta «di riduzione dei costi dove possibile per ottemperare al dettato normativo». Spiegazioni che non hanno convinto il centrodestra: «La legge sulla razionalizzazione parla di sindaci che dispongono e approvano un piano da inviare alla Corte dei conti, siamo di fronte a una delibera portata in giunta con tre pareri contrari di due dirigenti e del segretario generale - ha detto Vincenzo Tanzi -. Il sindaco avrebbe messo in difficoltà il consiglio a votare con questi pareri contrari dati dagli uffici e non dalla politica, ma così ha trasformato un atto amministrativo in atto politico che la legge non richiede», ha concluso proponendo di mettere ai voti la proposta di delibera con i pareri dei dirigenti e del segretario, «per mettere il consiglio in condizioni di votare e chiedo di sospendere la seduta per un chiarimento». Sospensione di 5 minuti concessa dal presidente Carmelo Spiga, ma alla ripresa della seduta la mozione non è passata.

Lisa Zancaner

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino