Parrocchiani contro l'invito del Papa «Non vogliamo islamici in canonica»

Don Lucio Mozzo e il monumento all'emigrante vicino alla chiesa di Trissino
CASTELGOMBERTO – Se ne infischiano pure degli appelli del Papa. Il “no” espresso dai parrocchiani di Valle, popolosa frazione di Castelgomberto, sulla possibilità di...

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CASTELGOMBERTO – Se ne infischiano pure degli appelli del Papa. Il “no” espresso dai parrocchiani di Valle, popolosa frazione di Castelgomberto, sulla possibilità di ospitare migranti nella canonica dismessa da anni esce dai confini provinciali.




L'inviato di Repubblica ha dedicato un lungo articolo al caso diventato emblematico dopo le parole di Papa Francesco che durante l’Angelus di domenica ha invitato ogni parrocchia ad accogliere una famiglia di profughi. Don Lucio Mozzo, parroco di Valle e di Trissino, dove vicino alla chiesa sorge il monumento all'emigrante, aveva preceduto il pontefice: la canonica gli è stata chiesta dall’associazione Papa Giovanni XXIII per ospitare migranti in attesa di esame: sei persone, massimo dieci, in maggioranza donne.



Ha voluto informare i parrocchiani della richiesta con un’apposita riunione, ma la stragrande maggioranza dei circa 250 presenti s’è rumorosamente (non sono mancati atteggiamenti da stadio) schierata per il "no alla canonica ai musulmani".



Eppure fin dalla scorsa Quaresima il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol ha aperto le porte di un appartamento in Vescovado ai migranti. Un primo gruppo di quattro richiedenti asilo provenienti dall'Africa è stato ospitato in quella casa, che rimarrà a disposizione anche una volta che i primi quattro dovessero trovare diversa sistemazione in seguito al riconoscimento dello status di rifugiati. Monsignor Pizziol inoltre vuole anche creare un centro di accoglienza in ognuno dei 23 vicariati dei quali è composta la diocesi, che conta in tutto di 354 parrocchie.



Ora la “questione Valle” approda in consiglio pastorale che a Trissino sarà chiamato a pronunciarsi. Ed anche questa riunione si annuncia infuocata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino