Nel mirino il milione per la consulenza legale

Nel mirino il milione per la consulenza legale
Fermatevi prima di precipitare nel baratro, non vendete ma fate un piano di gestione e mandate via i vertici responsabili. Le prime reazioni al flop della gara hanno in comune...

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Fermatevi prima di precipitare nel baratro, non vendete ma fate un piano di gestione e mandate via i vertici responsabili. Le prime reazioni al flop della gara hanno in comune queste richieste-appello all'Amministrazione veneziana. Anche perché, dice Jacopo Molina consigliere comunale del Pd, «la Casa da Gioco ha già speso, per la la procedura di gara andata deserta, un milione di euro per l'assistenza legale (Studio Bonelli Erede Pappalardo) e 430 mila euro per l'assistenza finanziaria (Kpmg Advisory S.p.A.). Chiedo a questo punto che gli amministratori del Casinò siano chiamati a rispondere per scelte tanto improvvide». Sebastiano Bonzio capogruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, aggiunge che servono «un radicale cambiamento della gestione e un tavolo di trattativa con i sindacati per una revisione dei trattamenti salariali, benefit inclusi, delle fasce più elevate».

Michele Zuin, capogruppo di Pdl-FI, definisce il flop «semplicemente pazzesco. Siamo completamente allo sbando. Se oggi dovessimo fare il bilancio comunale probabilmente l'Amministrazione non sarebbe in grado di chiuderlo. E le responsabilità non sono certo del Patto di Stabilità ma della maggioranza di centrosinistra e del suo sindaco».
Sul fronte sindacale Francesco Francalli, segretario Snalc-Cisal, non nasconde la soddisfazione: «La città rischiava di rimetterci molte risorse per i bilanci dei prossimi trent'anni» in cambio di un tampone momentaneo. Soddisfatto, però non brinda perché «i promotori di questo progetto lasciano al Casinò le macerie di una gestione che non ha mai puntato al rilancio». Ed ora cosa rimane? Il gruppo Hit, «che dovrebbe essere visto come un pericolo e non un'opportunità. È un diretto concorrente e gli abbiamo fatto vedere tutti i nostri conti».
Tirando le somme, dunque, «politicamente è una Caporetto. Ogni volta creiamo le condizioni per svendere i nostri gioielli: è avvenuto con le azioni Save, è successo ora con il Casinò quando si sono messi a strillare che c'era assoluto bisogno di vendere per chiudere il bilancio: è chiaro che ti prendono per il collo, come fanno i cravattari».

Anche Sebastiano Costalonga, di Fratelli d'Italia, è contento del fallimento della gara «perché il Casinò sta bene in mano ai veneziani. Ora il Comune deve rilanciarlo cambiando anche i vertici». (e.t.) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino