SAN BELLINO (RO) - Secondo l'accusa, all’atto di vedersi affibbiata la contravvenzione avrebbe reagito in maniera come minimo esagerata: prima strappando il blocchetto dei...
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È una storia davvero particolare, quella che, ieri mattina, ha fatto finire davanti al giudice del tribunale di Rovigo F.D.C., di San Bellino, difeso di fiducia dall'avvocato Caterina Furfari del foro di Rovigo. Deve rispondere di occultamento e distruzione di atti. Tutto inizia il 14 maggio del 2010, quando la pattuglia di Polizia locale, che svolge il servizio convenzionato per San Bellino e Castelguglielmo, si trova nel territorio del primo, in via Valli, per un normale posto di controllo. Sono circa le 16.30 quando Tiziano Casaro e la collega Milena Franco fermano l’auto dell'imputato. Al quale viene contestata la mancata accensione dei fari anabbaglianti, con conseguente verbale di 38 euro.
Il multato, secondo le contestazioni, prima si rifiuta di firmarlo, quindi, quando Casaro glielo allunga per fargli prendere la sua copia, prima glielo strappa di mano e lo accartoccia, gettandolo a terra, quindi se lo porta via, scappando in auto. L'accaduto viene inevitabilmente denunciato ai carabinieri della stazione di Fratta, competente per territorio. E non basta, secondo questa ricostruzione dei fatti, il passo indietro di F.D.C., che prima fa contattare Casaro da un conoscente per chiedergli di poterlo incontrare, poi, in piazza, lo incontra e gli restituisce il blocchetto, con tutti i verbali ancora attaccati, e gli porge le scuse. La denuncia fa il proprio corso, sino al processo di ieri. Nel corso del quale sono state sentite le testimonianze dei due vigili. L'udienza è quindi stata aggiornata con un rinvio, a una prossima data nella quale si dovrebbe andare a sentenza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino